Il primo gennaio si celebra la giornata mondiale della pace. Per il 2021 Papa Francesco ha rivolto ai governanti di tutto il mondo e a tutti gli uomini compresi i credenti un messaggio che non poteva non tenere presente le drammatiche vicende che hanno segnato l’anno che si chiude.
Se da una parte la pandemia ha visto esempi di dedizione e di altruismo senza risparmiarsi e perfino pagando con la vita il servizio specie in campo sanitario, dall’altra scrive Papa Francesco: “Duole constatare che, accanto a numerose testimonianze di carità e solidarietà, prendono purtroppo nuovo slancio diverse forme di nazionalismo, razzismo, xenofobia e anche guerre e conflitti che seminano morte e distruzione. Questi e altri eventi, che hanno segnato il cammino dell’umanità nell’anno trascorso, ci insegnano l’importanza di prenderci cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza. Perciò ho scelto come tema di questo messaggio: La cultura della cura come percorso di pace. Cultura della cura per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente”.
Non c’è pace dice il Papa senza la cultura della cura. La cura come promozione della dignità e dei diritti della persona, cura del bene comune, cura mediante la solidarietà, cura per la salvaguardia del creato. Necessita una educazione alla cultura della cura che chiama in causa diversi soggetti dalla famiglia alla scuola, dalle istituzioni alle religioni. Per noi credenti poi diventa fondamentale ispirarsi al modo con cui Gesù si prendeva cura specialmente dei poveri.
I primi cristiani hanno saputo tradurre nella cultura della cura le scelte della comunità primitiva avviando così un processo inarrestabile fino alla chiesa dei nostri giorni.