C’era da aspettarselo.
Come in tutti i periodi di crisi emergono preoccupanti le proteste e in questi giorni quelle dei commercianti, delle partite IVA, ecc. Perfino di chi lamenta che ci sono stati pochi matrimoni nel 2020 e si sono persi miliardi!
Tutti a chiedere di poter lavorare, di riaprire cinema, teatri, palestre, ristoranti, bar, negozi ecc. In piazza ci sono tutti anche quelli che non c’entrano nulla, ma si sa quale occasione migliore per manifestare contro chi governa il Paese. Siamo a un punto di svolta dove la rivendicazione del diritto a lavorare sacrosanto si scontra con il diritto della salute e di altri di lavorare.
Non sono un esperto del problema, ma la folla che si scalda dal nord al sud dell’Italia con violenze contro le forze dell’ordine, mi dice che qualcosa non funziona, che qualcosa sfugge di mano forse anche a chi ha organizzato la protesta. Rivendicare una doverosa attenzione alle categorie più in emergenza è sacrosanto, ma la violenza no! Ciò che tuttavia mi preoccupa è che ormai tutti si sentono penalizzati dalla situazione e che tutti cercano di difendere il proprio diritto, ma così facendo non se ne esce.
Qui nessuno si salva da solo. Si esce dalla crisi insieme. Occorre pertanto avere davanti il bene di tutti e il bene di tutti è anche quello di non dimenticarsi della pandemia che ha generato la situazione di crisi. Non sono le regole che hanno creato la crisi, ma il Covid! Non andremo lontano se guardiamo solo su di noi, compresa la Chiesa, ma al bene e all’interesse di tutti.
