Arriva puntuale in questo mondo spaesato, in questo momento storico in preda ad una pandemia globale, e non poteva essere altrimenti, tra le conseguenze nefaste della globalizzazione, in questo mondo dove i furbi, i disonesti, gli accaparratori sembrano avere la meglio.
È il secondo Natale che viviamo con le restrizioni, anche se rispetto allo scorso anno, sembra che le cose vadano un po’ meglio. Arriva questo Natale e scende sulla Chiesa che sembra smarrita, persa, in preda a paure. Molti mi diranno che i vangeli dell’infanzia che ascolteremo sono sempre gli stessi dimenticando che è il modo di raccontarli che cambia. Quanti Natali abbiamo celebrato e quanti Natali ci hanno cambiato?
Qui sta la vera novità. Quanto il Natale è per me, quanto sono disposto Gesù a farlo nascere in me. Prima o poi dobbiamo misurarci con questo evento straordinario: Dio si è fatto uno di noi in Gesù. Come vorrei farvi sentire che Natale è l’abbraccio di Dio per ciascuno di noi. Non chiediamoci perché qualche volta questo Dio non lo sentiamo vicino, forse siamo noi che ci siamo allontanati da Lui. Natale è sentire che Lui invece ti è vicino e ti abbraccia perché tu possa sentire tutto il suo amore.
Cari parrocchiani vi giunga il mio augurio. Possiate sentire in voi e nelle vostre case tutta la tenerezza di Gesù che chiede solo di essere preso sul serio, perché lui sa farti gustare la bellezza di appartenere alla Chiesa che non si stancherà mai di dirci che è nato ed è nato per noi.
