La data precisa dell’inizio della costruzione della chiesa barocca di Crevenna non è certa, ma sappiamo che essa viene edificata sotto la spinta del Card. Federico Borromeo cugino del grande San Carlo Borromeo. Con molta probabilità è stata edificata in più riprese grazie al contributo di parroci che esercitavano il ministero a Crevenna.
Una data certa, 1714, è quella della collocazione sopra l’altare maggiore di un’architrave barocca con al centro un cartiglio con una citazione del profeta Isaia: “Hec est via, ambulate in ea”, questa è la via percorretela! Non ci è dato di sapere perché proprio questa frase del profeta è stata scritta nel cartiglio. A guidare l’interpretazione è con molta probabilità la collocazione, sopra l’architrave, del crocifisso tra due angeli in adorazione.
A me piace pensare che il popolo di Crevenna allora come oggi ha seguito e segue la “Via” e percorrerà anche in futuro la strada tracciata, quella del Vangelo. Quanti fedeli entrando per la preghiera o partecipando attivamente alla vita parrocchiale in questi trecento anni hanno considerato la Chiesa di Crevenna come la via, la strada maestra da percorrere.
È vero che molti oggi hanno abbandonato la strada del Vangelo. Ai tempi di Isaia non era diversa la preoccupazione del profeta che condannava le alleanze politiche dei capi religiosi, ma esortava il popolo a restare fedele: “Anche se il Signore ti darà il pane dell’afflizione e l’acqua della tribolazione; tuttavia, non si terrà più nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro, i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: “Questa è la strada, percorretela” Is. 30,19-21.
Chissà cosa pensava il parroco che nel 1714 ha voluto collocare nella Chiesa di Crevenna la citazione del profeta. Chi erano i nemici con cui non fare alleanze pericolose? Chi sono oggi i nemici a cui troppo spesso e ingenuamente affidiamo i nostri progetti?
Per noi crevennesi la strada del vangelo rimane ancora l’unica da percorrere.