Da ampi settori della Chiesa italiana la vittoria del centrodestra alle ultime elezioni è stata accolta con preoccupazione.
A loro risponde il Presidente della Conferenza Episcopale Card. Zuppi: “Quando gli italiani scelgono il proprio futuro, non è mai un brutto giorno. È sempre un esercizio di democrazia. E noi dobbiamo credere alla forza e alla bellezza della democrazia e ascoltare le domande che questo voto contiene in un momento importante per tutti”.
Lo stesso Cardinale, nella nota sul risultato elettorale, dice che “la Chiesa continuerà ad indicare con severità la necessità di garantire il bene comune e non l’interesse personale, la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità”. Si muove Zuppi su due direttrici.
Per primo la Chiesa che deve essere protagonista del futuro nella consapevolezza che sia necessario ricostruire un tessuto di relazioni umane, di cui anche la politica non può fare a meno.
In secondo luogo, un invito agli eletti ai quali si chiede di svolgere il mandato “come un’alta responsabilità” al servizio di tutti a cominciare dei più deboli e meno garantiti.
Del resto abbiamo tutti davanti agli occhi quanto sia fitta l’agenda dei problemi dell’Italia: la povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro ecc. Pensare che adesso che ci pensano loro, i nuovi eletti, sarebbe come tirarsi fuori dalle responsabilità. Come credenti non staremo a guardare, pur nella dinamica di una democrazia non lasceremo mancare il contributo per la promozione di una società più giusta e inclusiva.
Ma questo lo abbiamo sempre fatto e lo faremo a prescindere di chi ci governa.