Ogni giorno giungono ancora notizie che inquietano. Suscitano timore e apprensione mentre cresce il desiderio di lasciare tutto alle spalle e di rirendere la normalità della vita con i suoi ritmi, le sue libertà, le sue relazioni, i suoi progetti, i suoi sogni. Ma non è onesto lasciare tutto alle spalle come se nulla fosse successo.
È forse giunto il momento di lasciarci alle spalle non il dolore, per le morti da covid, non le difficoltà economiche che ha provocato, non la costrizione di una vita religiosa ridotta al minimo, non il rischio di una vita sociale e civile che può esplodere da un momento all’altro, ma è tempo di domande vere.
Lo chiede il nostro Vescovo Mario: “Una specie di alluvione di parole ci ha invaso da ogni parte e, con l’intenzione di aiutarci a capire, ci hanno messo in confusione; per offrirci il loro punto di vista molti si sono messi a gridare, ad accusare, gettando discredito gli uni sugli altri. In modo più discreto e pensoso molti hanno pregato, ascoltato la Parola di Dio, scambiato pensieri in un contesto fraterno”.
Ora è giunto il momento di ascoltare domande. E le domande se le pone ancora il nostro Vescovo. Sono domande che aprano lo scenario futuro da costruire insieme e che sarà possibile se troveremo risposte alle domande vere. “Quale vita di Chiesa potrà riprendere? Quale frutto e quale ferita vengono dal lungo digiuno eucaristico? Quali declinazioni ha assunto la pratica della carità, della solidarietà, della prossimità, del buon vicinato? Quale esperienza di fede, di preghiera, di presenza di Dio si è compiuta? In quali espressioni si è riconosciuto uno spirito cristiano di fronte alla malattia e alla morte?”
Sono solo alcune delle domande a cui occorre dare risposta!