“Aprire le porte alla vita” è lo slogan scelto dai Vescovi italiani per la giornata della vita 2020. Aprire le porte per custodire le esistenze più fragili. Un giorno un giovane chiese a Gesù cosa dovesse fare per avere la vita eterna. La risposta di Gesù ripropose un cambiamento radicale del modo di concepire la vita che non è un oggetto da possedere o un manufatto da produrre, è piuttosto una promessa di bene a cui possiamo partecipare se solo apriamo le porte del cuore e dell’anima.
È solo aprendosi alla vita che cominceremo a guardarci come fratelli. Non sempre facciamo esperienza di essere accolti da coloro che ci hanno generato. Troppi sono i fatti di cronaca che mettono in evidenza in modo drammatico il rifiuto. “Numerose rimangono le forme di aborto, di abbandono, di maltrattamento, di abuso”, scrivono i nostri Vescovi nel messaggio per la giornata della vita, “davanti a queste azioni disumane ogni persona prova un senso di ribellione o di vergogna”. La promozione della dignità di ogni persona non può che nascere dal ponte gettato tra le cure che abbiamo ricevuto all’inizio della nostra vita e la cura da prestare responsabilmente agli altri.
Contrastare la chiusura che si manifesta a più livelli nella nostra società è possibile solo incrementando la fiducia, la solidarietà, l’accoglienza che porta a guardare con occhi diversi anche al fine vita superando le forme di eutanasia e di altri attacchi alla vita, chiamati come siamo a custodire le esistenze più fragili. L’invito dei nostri Vescovi è quello di trasformare le situazioni di prova, le relazioni da ricostruire, le crisi da superare in preziose opportunità per dare senso alla nostra esistenza e rimanere sempre aperti alla vita.