Avvicinandosi la Quaresima trovo utile proporvi parte di una omelia del nostro Arcivescovo Delpini di sabato 15 febbraio durante la visita pastorale nel decanato di Bollate. “Serpeggia tra di noi l’impressione del fallimento.
Le notizie di cronaca, per loro natura selettive e intenzionalmente deprimenti, diffondono una specie di gas velenoso che non provoca la morte, ma lo scoraggiamento, non impedisce di vivere, ma ne spegne la gioia, non vuole convincere alla disperazione, ma suggerisce che è ragionevole rinunciare alla speranza. Basta un incidente ferroviario per far dubitare della sicurezza di tutti i treni, basta un virus sconosciuto per diffondere spavento in tutto il pianeta, s’intende nel pianeta che interessa alla cronaca.
L’impressione del fallimento della pretesa di sconfiggere tutti i nemici, l’impressione del fallimento delle ambizioni umane di correre sempre più veloce, sempre meglio, si diffonde rapidamente e suscita una convinzione più inestirpabile dell’evidenza”. “La comunità cristiana presente nel territorio non può essere estranea al suo tempo e, respirando l’aria che tira, si lascia facilmente contagiare dall’impressione del fallimento.
Giudica fallimentare anche la propria vita, secondo la parola del profeta perché siamo rimasti pochi. I cristiani del nostro tempo trovano spontaneo registrare il loro fallimento. Ma sarà così che ci vuole il Signore? La Parola di Dio propone altre reazioni alla diffusione dell’impressione del fallimento”. Domenica prossima entreremo in Quaresima.
Sarà uno spazio di tempo prezioso per trovare buone ragioni per non lasciarci prendere dalla sensazione di fallimento mettendo in atto una serie di “buone pratiche” perché noi siamo una comunità che prega, che ama e prega, che lavora e prega, che prova compassione per chi soffre e prega, che soccorre e prega, che soffre e prega.