Non c’è articolo di giornale che non metta in evidenza come la pandemia da covid-19 stia cambiando il mondo. Quando si vedono i dati delle tv che mostrano i focolai del virus l’Europa sembra un enorme lazzaretto. In questi ultimi decenni la globalizzazione ha reso più vicini i paesi del mondo, l’economia, i commerci.
A qualunque ora del giorno puoi far arrivare da ogni parte del mondo il prodotto che ti serve. Tutto sembra bello, a portata di mano. Ma questa globalizzazione non ha tenuto presente la necessità di garantire la soluzione dei problemi che sono ormai globali. Quanta meschinità vedere che in un momento di crisi come questo saltano fuori i vecchi egoismi come il commercio delle mascherine.
L’Europa ha messo in evidenza tutta la sua fragilità, la mancanza di solidarietà, l’inquinamento che certo ha avuto un ruolo importante anche nella diffusione del virus. Ma nulla sarà più come prima anche per quanto riguarda la vita religiosa. Si è interrotta la relazione stretta che c’era tra vita cristiana e la frequenza ai luoghi del culto, della fede, dei Sacramenti. Nulla sarà più come prima perché abbiamo scoperto quanto ci manca la Messa, la chiesa e soprattutto la comunità.
Nulla sarà più come prima se lasciamo morire la gente senza il conforto dei loro cari vicini. Abbiamo così scoperto che il prezioso servizio dei sanitari, a cui va tutta la nostra riconoscenza, senza l’afflato di una presenza famigliare rende tutto più complicato e difficile. Davvero quante cose dovremo imparare perché nulla sarà più come prima.