Qualche voto in più, qualche voto in meno e un governo che avanza arrancando e sferragliando come un vecchio treno, e lontano da noi l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Biden. L’opinione pubblica è stata presa nella settimana che si chiude da questi due eventi.
Ma non lontano da noi sulla cosiddetta “rotta balcanica” si sta consumando un dramma umano tra l’indifferenza della opinione pubblica e dei media.
Caritas ambrosiana ha messo in evidenza questa situazione di emergenza: “Più di 900 persone stanno affrontando l'inverno bosniaco al freddo e al gelo senza niente. Niente riscaldamento, niente acqua corrente, niente elettricità, niente servizi igienici, niente vestiti invernali e nemmeno un tetto sulla testa. Il campo di Lipa era stato costruito in estate per affrontare l'emergenza Covid e aveva portato alla chiusura dei campi della zona di Bihac. Enormi tendoni costruiti su un altipiano a 30 km dal primo centro abitato inadatti per l'inverno. Il tempo è passato e i profughi non sono stati spostati in altri centri. A fine dicembre è stata organizzata la chiusura del campo e i migranti sono stati caricati su alcuni autobus che non sono mai partiti perché non c'era un luogo alternativo di destinazione. Mentre si effettuava l'evacuazione il campo è andato a fuoco. I migranti dopo 24 ore di attesa sono stati invitati a scendere e tornare al campo che nel frattempo era andato in fumo. Hanno provato a costruire dei ripari di fortuna con quanto si è salvato dalle fiamme, ma sono ripari inadatti ad arginare il freddo e a una vita dignitosa per un essere umano. Ora sono allo stremo delle forze e rischiano la morte per assideramento. A nulla sono valse le loro proteste volte alla richiesta di un luogo adatto dove poter essere accolti”.
Anche i disperati hanno dignità non dimentichiamolo anche se sembra che i problemi siano altri.