• Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa Parrocchiale

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    Chiesa Parrocchiale - Interno

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Oratorio

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    S. Maria Maddalena - Patrona

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Affresco del '400

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa di S. Giorgio

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Croce Pessina

L’Italia e il mondo alle 17,19 del tredici maggio 1981 assiste sgomenta all’attentato a Giovanni Paolo II che si accascia sulla jeep bianca che sparisce di corse e rientra in Vaticano. Gli ha sparato un sicario, Ali Agca con l’intenzione evidente di ucciderlo. Sono passati esattamente quarant’anni da quell’episodio e forse a tutt’oggi non sappiamo ancora tutta la verità. La folla è sgomenta, il mondo intero prega perché non muoia. Grazie alla televisione tutti hanno visto la mano dell’attentatore che spara la Papa con una pistola.

Il mondo segue con ansia le notizie sulla salute di Giovanni Paolo II. Il popolo cristiano non fa dietrologie, si preoccupa solo della salute del Papa. A distanza di anni, meno coinvolti emotivamente si fanno considerazioni che cercano di trovare i motivi veri dell’attentato che forse non sapremo mai. Certo è che l’attentato avviene di mercoledì proprio come in questa settimana a quattro giorno dalla domenica in cui gli italiani avrebbero votato il referendum sul divorzio. Ricordo che il clima in quel periodo era molto teso, e la polemica torrida. Il killer venuto dalla Turchia faceva pensare a un complotto internazionale e forse c’era anche, ma l’infuocata campagna per o contro il divorzio a distanza di pochi giorni spostava l’attenzione su problemi interni a casa nostra.

Il resto lo conosciamo.

Ma di quel fatto drammatico resta qualcosa che il tempo non cancella. Il Papa una volta ristabilito incontrerà in carcere Ali Agca. Da una parte la mano omicida, dall’altra quella paterna della misericordia e del perdono. Rimangono in sospeso tante domande. Alì Agca sicario per conto di chi? Fu davvero un complotto internazionale o espressione del clima rovente di quell’anno con il referendum sul divorzio che aveva spaccato in due l’opinione pubblica? Gli storici faranno le loro ricerche approfondite. A me piace ricordare quel colloquio in carcere tra Wojtyla e Ali Agca. Non sappiamo cosa si sono detti. Sappiamo che solo la misericordia e il perdono vincono l’odio.

 


La parola di don Ettore

 

La parola
libero pensiero di don Ettore Dubini su temi attuali o determinate ricorrenze.