Un nuovo conflitto nella Terra di Dio tra Israele e palestinesi iniziato con i disordini ai piedi del muro della preghiera (muro del pianto) e sulla spianata del tempio dove sorgono le due moschee di al-Aqsa e della Cupola della Roccia. Sui luoghi santi dedicati alla preghiera ha preso avvio un conflitto che si inasprisce di giorno in giorno.
Negli ultimi decenni in troppe parti del mondo nei conflitti sono stati coinvolti i luoghi del culto, chiese, sinagoghe, moschee. Di solito i luoghi religiosi non vengono coinvolti nei conflitti, ma questa volta, come altre volte purtroppo di recente, non vengono risparmiati. Eppure i sentimenti religiosi sono stati per molti popoli una risorsa per la pace. Oggi vengono coinvolti in conflitti che nulla hanno di religioso, ma solo politico. I luoghi del culto espressione della religiosità di un popolo, ma anche di fede e di cultura.
Poco più di un anno fa ero in Palestina con un pellegrinaggio della nostra città di Erba e potevamo vedere come si poteva pregare e vedere fedeli delle varie confessioni religiose praticare il loro culto in pace. Addolora tantissimo vedere ora minacciata la libertà religiosa. Di recente Papa Francesco ha firmato un documento sulla Fratellanza Umana con il grande Imam al-Tayyeb dove è scritto: “Un mondo senza Sinagoghe, Chiese e Moschee non sarebbe un mondo migliore, ma più arido e con meno speranza.
Smettiamola di coinvolgere nei conflitti i luoghi religiosi e della preghiera perché sia preservata l’anima di umanità e di pace che rappresentano”.