Non potendo svolgere le processioni eucaristiche secondo la tradizione, il Consiglio Pastorale di Comunità ha ritenuto di non lasciare la nostra città di Erba senza la benedizione del Santissimo Sacramento. Tra le varie proposte, quella che ha suscitato più entusiasmo, almeno a noi sacerdoti della Comunità Pastorale, è stata quella di salire alla Croce Pessina e da lassù benedire e pregare per la nostra città e per le nostre parrocchie.
Ci siamo incamminati giovedì mattina, festa liturgica del Corpus Domini, don Angelo, don Claudio e io portando con noi il Pane Consacrato dell’Eucaristia.
Un po’ pregando un po’ chiacchierando siamo arrivati ai piedi della nostra grande croce Pessina e dopo aver preparato l’altare sulla Bibbia contenuta nel palmo della enorme mano che sta ai piedi della croce verso valle, abbiamo iniziato la preghiera.
Lo spunto per la riflessione l’abbiamo preso dal discorso che l’anno scorso il nostro Vescovo Mario Delpini aveva fatto proprio in occasione della solennità del Corpus Domini. Non nascondo che ero molto emozionato per quell’insolita e originale modalità di preghiera e di benedizione. Lo sguardo verso valle abbracciava tutta la nostra città. Dalle abitazioni alle fabbriche, dal verde alle attività culturali, dai campanili alle scuole, ecc. Tutto si vedeva nonostante il cielo non fosse proprio limpido.
Preghiere e canti preparati da don Claudio della Casa della gioventù. Al momento di impartire la benedizione un raggio di sole, in un cielo tornato quasi limpido, ha illuminato l’ostensorio mentre don Angelo affidava con la benedizione la nostra città a Gesù Eucaristia.
Non è stato facile prendere la via del ritorno, mi sembrava di essere sul monte Tabor quando Gesù si è trasfigurato davanti a tre apostoli.
Alla croce Pessina c’era Gesù con tre preti… .