Grido di liberazione e desiderio di ripartire. Mi sembra questo lo spirito con cui è ripreso l’oratorio feriale.
Tre “bolle” di quindici ragazzi più una ventina di animatori guidati da una educatrice e sotto la sapiente regia di don Claudio incaricato della Pastorale giovanile della Comunità Pastorale. Non mi sembra vero di vedere ragazzi, non davanti a un computer, ma correre liberi in oratorio e sulle nostre montagne. Non davanti a un computer dunque, ma per quello che da sempre un oratorio offre: gioco, convivialità, amicizia.
I ragazzi hanno imparato a scuola le norme per un corretto comportamento in tempo di covid: mascherine, distanze, igiene. E anche in oratorio vengono osservate tutte queste norme. Non è proprio questo il problema. La voglia di riappropriarsi di spazi di libertà va oltre le norme da osservare. Vedo in questi ragazzi che giocano con gli animatori un gran voglia di normalità, una voglia di libertà che l’oratorio feriale riesce a dare. È già un ricordo passato la DAD.
Le nostre montagne, il nostro fiume, il verde, che voglia di vivere! Anche dagli oratori dunque riparte l’Italia! Non so quantificare i numeri, ma quasi tutte le Parrocchie hanno rilanciato gli oratori per l’estate. È un bel segnale. Con i ragazzi gridiamo “Hurrà”! Si abbiamo voglia di tornare, non come prima, non lo sarà mai più, ma con la voglia di riprendere in mano la vita, la voglia di belle relazioni, di compagnia, di stare non davanti a uno schermo ma davanti a volti belli di amici, di voglia di gridare HURRA’ ci siamo e siamo in oratorio.