Strano destino quello della nostra patrona che la chiesa ricorda il 22 luglio. La liberazione da sette demoni da parte di Gesù ha dato adito ad una impropria identificazione della Maddalena con l’anonima donna peccatrice (forse una prostituta) che in Casa di Simone cosparge i piedi di Gesù con olii profumati e li bagna di lacrime e li asciuga con i suoi capelli.
Il racconto riportato dall’ evangelista Luca ha tratto in inganno tanti lettori dei vangeli e anche dei teologi. In realtà Maria di Magdala (cittadina sulle sponde del lago di Tiberiade) fa parte del gruppo di donne che seguiva Gesù assistendolo con i loro beni. Di lei tanto si è detto, scritto e fatta oggetto di film. Non voglio entrare in valutazioni che non interessano sulla bontà o meno della sua strumentalizzazione. Mi interessa invece guardare alla figura di Maria Maddalena a partire dall’ affresco che si trova sulla facciata della nostra chiesa parrocchiale a lei dedicata.
La scena rappresenta il momento più bello dell’incontro di Maria di Magdala con Gesù risorto. Qui non si parla di lei, ma Gesù parla a lei chiamandola per nome e inviandola ad annunciare il risorto agli Apostoli rendendola così la prima degli Apostoli. Una scena toccante carica di forte emotività che spinge Maria Maddalena a cercare di abbracciare Gesù felice di ritrovarlo vivo dopo la risurrezione e il sottrarsi di Gesù al suo abbraccio perché ora c’è un’altra urgenza quello dell’annuncio pasquale.
Quell’ annuncio è consegnato a noi parrocchiani quasi un invito a ritrovare la gioia dell’incontro che la festa patronale ci richiama. Quest’anno, come segno della rinascita dopo la pandemia da covid, hanno pensato di illuminare “el crusun”.