Hanno avuto vita breve le contestatissime “linee guida” della Commissione Europea per la comunicazione inclusiva. Nella corsa in Europa, e non solo, per l’eliminazione di tutto quello che può discriminare qualche volta si inciampa e si cade nel grottesco. Le famose linee guida per rispettare le differenze religiose e culturali avrebbero proposto di eliminare termini che potrebbero discriminare sostituendo Buon Natale con Buone feste così neutro che non darebbe fastidio a nessuno. Nemmeno sarebbe opportuno secondo loro nominare Giuseppe, Maria, Gesù.
Che male ci sia a usare nomi popolari lo sanno solo loro! Chissà per chi hanno avuto questa pensata. Mi viene però un sospetto: non è che la commissione Europea che si è occupata di questo caso non abbia fatto altro che registrare quelle che già nel nostro linguaggio è entrato in modo abituale. Non sono le vacanze di Natale, ma d’inverno; non vacanze di Pasqua, ma di primavera, non è la domenica, ma l’weekend, ecc. fin che si tratta di parole pazienza sono entrate nel lessico comune. Ma spesso dietro le parole c’è un cambio culturale che cancella la storia come la storia del cristianesimo in Europa. Non si può negare che tra i fattori più importanti nella formazione del continente europeo il cristianesimo ha avuto un ruolo importante.
Speriamo solo che le “nuove parole” volute come tentativo di inclusione non diventino un autogol.
Io continuerò a dire buon Natale senza timore di offendere nessuno, anzi …!