Nonostante l’inquinamento luminoso, nel cielo di Crevenna nelle notti sgombre di nubi, la luna ci appare in tutta la sua luminosità e affascinate bellezza. Ci fermiamo rapiti dallo spettacolo senza fare troppi ragionamenti. È bella e basta. Eppure, scrive Armando Matteo nel suo libro “Pastorale 4.0” la luna brilla di luce riflessa tanto è luminosa quanta è la luce che riflette dal sole.
Gli operatori pastorali, i credenti mai dovrebbero dimenticare il carattere “lunare” della realtà della Chiesa, cioè il suo essere riflesso della vera luce delle genti: Gesù di Nazaret. Le strade che ancora oggi portano alla Chiesa sono infinite, come le strade che portano a Roma, ma non sono infinite le cose che in Chiesa si possono fare. “Nella Chiesa ci si incontra con Gesù, ci si innamora di Lui, si diventa cristiani, si diventa adulti”. (Armando Matteo).
Vorrei un giorno esporre all’ingresso della nostra chiesa di Crevenna un cartello: “Non importa per quale ragione o per quale strada sei giunto fin qui. In ogni caso, da qui non te ne andrai senza esserti prima incrociato con Gesù”. Dalle celebrazioni in chiesa noi usciamo carichi, motivati, con il desiderio profondo di dare continuità a ciò che abbiamo celebrato e condiviso. È con questo spirito che vi invito a dare seguito a quanto celebrato portando voi nelle vostre case e nelle vostre famiglie la benedizione in occasione del Natale.
La consegna della preghiera da recitare in famiglia insieme all’acqua benedetta è come un prolungamento di quanto celebriamo in chiesa. Per noi sacerdoti della comunità pastorale è tutt’altro che un ripiego causato dalle restrizioni legate alla pandemia. Sono forse un modo inedito di dare spazio al protagonismo dei laici e delle famiglie.
Benedire voi le vostre case pregando insieme sarà il futuro, e non perché diventeranno sempre meno i sacerdoti, ma per ridare alla famiglia il volto di “chiesa domestica”, il volto della prima comunità.