Ci si aspettava dal Presidente Mattarella, nel giorno del suo insediamento, un intervento duro di fronte all’inerzia di un Parlamento incapace di eleggere un nuovo Presidente e invece ci ha sorpreso con un discorso mite e sfide e incoraggiamenti per sognare l'Italia del dopo-pandemia.
Il cuore del messaggio sta nella proposta di dodici sfide per la dignità del nostro Paese che riporto in sintesi.
Dignità è azzerare i morti sul lavoro.
Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo.
Dignità è impedire la violenza sulle donne.
Dignità è combattere senza tregua la tratta e la schiavitù degli esseri umani.
Dignità è garantire il diritto allo studio combattendo l’abbandono scolastico.
Dignità è rispetto per gli anziani per non lasciarli in solitudine.
Dignità è contrastare la povertà e la precarietà.
Dignità sono carceri meno sovraffollate e che garantiscano un reinserimento sociale.
Dignità è non dover scegliere tra lavoro e maternità.
Dignità è rimuovere tutti gli ostacoli che immotivatamente la disabilità incontra nella vita.
Dignità è un paese libero dalle mafie e dal ricatto della criminalità.
Dignità è garantire ai cittadini una informazione libera e indipendente.
Dodici sfide che abbracciano i temi caldi di un Paese che vuole ripartire dopo la pandemia. Mi sono sentito toccato dal vivo perché non sono solo temi che riguardano la società civile, ma riguardano anche la Chiesa.
Non è un caso che il Presidente Mattarella abbia ancora una volta avuto parole per Papa Francesco, e non solo per cortesia, ma perché anche lui guarda con grande rispetto al suo magistero. Ce n’é davvero per tutti. Un insediamento tutt’altro che formale! Quanto aveva ragione don Bosco quando diceva ai suoi ragazzi che “non si può essere bravi cristiani se non si è bravi e onesti cittadini”.
Grazie Presidente.