Celebriamo trecento anni della Chiesa di Crevenna dedicata a S. Maria Maddalena: 1722 - 2022.
Le chiese, come edifici, non sono mai realtà neutre. Esse sono segnate dalle liturgie che in esse si celebrano. Nella sua lunga storia la chiesa di Crevenna ha visto susseguirsi liturgie che rispecchiavano i tempi storici in cui si incarnavano, gli arredi liturgici che ne esprimevano l’anima profonda dei fedeli, i suoi vari elementi decorativi (vetrate, affreschi, statue, oggetti) che tenevano vive le devozioni, ecc.
In una chiesa tutto è armonico e ben si accorda alla vita di uomini e donne che si riuniscono in questo luogo e che ancora lo abitano, marcandolo in modo indelebile come un luogo che dice Dio.
Nei trecento anni sono cambiati modi di celebrare, elementi decorativi, ma la chiesa-edificio come spazio sacro, era e lo è ancora il luogo simbolico dell’incontro tra il nostro Dio e il suo popolo.
Certo molto è cambiato. Fino agli sessanta e forse settanta del secolo scorso la chiesa accompagnava la vita di uomini e donne che in essa ricevevano il Battesimo, la Cresima, la Comunione, il matrimonio, e il congedo finale con il funerale.
Oggi la mobilità abitativa non permette più la continuità del percorso cristiano della fede, eppure nella memoria rimane la chiesa come un luogo significante della fede dei cristiani che ci hanno preceduto fino ad oggi. Significante del modo in cui la fede è vissuta nella cultura del nostro tempo.
La chiesa, e penso alla nostra di Crevenna, appartiene alla mediazione della fede cristiana e comunica l’identità della comunità che vi celebra. Gli eventi di queste ultime settimane hanno messo in evidenza la bellezza architettonica, artistica, storica della nostra chiesa, ma la sua vera storia rimarrà quella degli uomini e delle donne che l’anno frequentata e che, nonostante la crisi che investe la religiosità, per molti essa rimane ancora luogo influente nella vita religiosa e spirituale.
