Campeggia davanti alle chiese della Comunità Pastorale Santa Eufemia a Erba uno striscione che riporta la frase di un Santo francese canonizzato di recente: il fratello universale, come amava farsi chiamare, Charles de Foucauld. Un uomo cha è passato dagli eccessi giovanili a una rigorosa ricerca di Dio che troverà solo nel deserto dell’Algeria a contatto con la fede mussulmana.
L’inquietudine che lo aveva portato a prima alla carriera militare, che si rivelerà un fallimento, poi a diventare esploratore del Marocco e dell’Algeria pubblicando preziose indicazioni per la conoscenza di quei territori e poi finalmente, dentro un non facile travaglio religioso, a diventare prima monaco trappista e poi eremita nel deserto. Per lui il deserto non sarà luogo di desolazione, di beduini nomadi, ma sarà soprattutto la scoperta di Dio. Ma anche questa nuova fase lo condurrà a un ulteriore passo nella sua maturazione spirituale fino a portarlo a dire una verità sorprendente: “Nel deserto non per cercare Dio, ma l’uomo”.
Stando nel deserto nel piccolo eremo, costruito di fango, non dimenticherà il breve periodo, ma fondamentale per la sua spiritualità, trascorso a Nazaret. È li che scopre come il periodo di trent’anni trascorsi da Gesù diventerà il riferimento della sua spiritualità: il nascondimento e l’incarnazione.
Ecco perché si domanderà: “PERCHE’ SEI NATO MIO DIO?” La sua vita diventerà una continua imitazione di Gesù nella sua vita povera, nascosta, incarnata nella vicenda umana del suo popolo. Stando nel deserto a contatto con i popoli nomadi, beduini e tuareg scopre che Dio non è una Verità da sapere, ma una persona da incontrare.
Per le settimane che abbiamo davanti l’obiettiva sarà: conoscere Gesù, e sentirlo presente nella vita.