Da qualche settimana sto passando presso le famiglie della Parrocchia per la benedizione in occasione del Natale.
Dopo due anni di pandemia finalmente posso incontrare la gente nelle case. Per noi sacerdoti è una grande opportunità. Si incontrano tante storie edificanti e altre di dolore per le malattie fisiche, per le tensioni, per le difficoltà economiche, per l’invecchiamento della popolazione. Ho trovato gente nuova che è venuta ad abitare nella Parrocchia col desiderio di sentirsi più partecipe della vita della comunità parrocchiale. È questo un dato nuovo che mi ha sorpreso. Molti hanno mostrato nostalgia per la vita della Chiesa e della Parrocchia.
Riconoscono di aver perso quel legame che li faceva sentire parte viva della Parrocchia. Non solo coloro che per l’avanzare dell’età non riescono più a frequentare la chiesa, ma anche coloro che per vari molti vi si sono allontanati dalla Chiesa. Sentono che gli manca qualcosa. Fanno parte di quelle persone che sono “credenti non praticanti” che non hanno perso il senso religioso allontanandosi dalla pratica attiva. Eppure, gli manca qualcosa. Stimano e apprezzano quanto la parrocchia fa, ma non partecipano e sentono che gli manca la partecipazione. Vedo in questo atteggiamento un sentimento positivo, che lascia aperta una strada, che rivela come i “confini” della parrocchia non sono solo territoriali, ma trasversalmente raggiungono altre persone anche se non li vediamo presenti ai Sacramenti.
Mi sto convincendo sempre più di quanto sia importante la Messa domenicale. Per la stragrande maggioranza dei parrocchiani rimane l’unica occasione per sentirsi parte della Parrocchia. Altri hanno una vita più attiva offrendo disponibilità per le varie iniziative, ma per tutti la domenica è l’espressione più convincente di una partecipazione alla Chiesa.
Quando rientro dalle benedizioni passo in chiesa e ringrazio il Signore per tutte quelle persone che hanno nel cuore una sana nostalgia di Chiesa.
