È la Chiesa che cerca di aprirsi, di uscire dalla propria zona di confort quella che si è ritrovata mercoledì 1° febbraio all’auditorium Casa dell’Economia a Lecco in occasione della terza serata dell’itinerario formativo “il ramo di mandorlo”.
Sacerdoti, religiosi e laici impegnati nelle parrocchie ascoltavano con attenzione le riflessioni proposte dai relatori, consapevoli di come un confronto tra la Chiesa e i loro territori sia ormai una necessità sempre più impellente.
Particolarmente efficace l’intervento di Michele Rabaiotti, direttore della fondazione Guzzetti, ente che gestisce diversi consultori di famiglia a Milano: “Il passaggio da comunità di credenti a comunità di territorio è un’evoluzione che richiede molta attenzione. Non stiamo andando a portare la parola di Dio a quelli sbagliati dall’altra parte. Noi cerchiamo le persone di buona volontà, coloro che indagano la verità. Vogliamo costruire una comunità di operatori di pace”.
La riflessione proposta punta a superare perfino il modello Chiesa degli untimi anni quello delle “comunità pastorali” per diventare “comunità territoriali”.
Il cammino del futuro della Chiesa sembra dunque quello di costruire delle comunità che abbiano il perimetro del territorio e non solo quello dei praticanti.
Torneremo forse alla vecchia idea di Parrocchia?
Forse sì, perché la parrocchia ha come dimensione un territorio e non solo quanti gravano attorno alla Chiesa. Si apre così uno spiraglio importante al valore dei legami che tendono a includere non a escludere.
In una parrocchia territorio nessuno è dalla parte sbagliata. Sono tutti parte di un unico popolo.