Di solito si parla di loro quando combinano qualche guaio, ma questa volta nella stessa settimana si è parlato di preti scomodi per il coraggio e per la determinazione con cui portano avanti le loro battaglie contro le mafie nella terra dei fuochi a Caivano e contro lo spaccio nelle periferie di Roma.
Sono preti se si espongono pur sapendo di rischiare perfino per la loro incolumità fisica come don Antonio Coluccia il prete di Roma fatto oggetto di un volontario investimento con motorino e salvato dal suo “Angelo custode” come lui chiama la sua scorta. Le piazze che lui presidia sono piazze di spaccio e con la sua azione fa perdere migliaia di euro agli spacciatori. Si capisce perché allora lo prendono di mira. Confessa di aver avuto paura, ma non si ferma e va avanti nella sua azione di bonifica delle piazze dello spaccio.
Al Parco Verde di Caivano altra storia che vede protagonista un altro Sacerdote don Maurizio Patriciello che da anni sappiamo impegnato nel contrasto della camorra togliendo mano d’opera alle organizzazioni che sfruttano minori. La vicenda delle due cuginette violentate ha messo in evidenza un altro dramma del degrado che va ben oltre lo spaccio o i fuochi inquinanti che hanno reso tristemente famoso quel territorio come “terra dei fuochi”.
La premier Meloni li ha incontrati entrambi i Sacerdoti di frontiera e ha promesso un intervento più deciso dello Stato. E la Chiesa?
Spesso chi lavora in questo campo si sente solo. Da parte mia c’è tutta la solidarietà. Non ho il coraggio che hanno loro, ma ammiro le loro battaglie dimostrando che il Vangelo non è solo liturgia, ma impegno anche sociale per contrastare il male, le violenze, gli affari sporchi, e tutto quanto degrada l’uomo.
Saranno anche preti scomodi, ma meno male che ci sono!