Ho provato a selezionare tra le notizie di quanto sta accadendo in Israele, quelle che rivelano l’orrore di una guerra che non è solo missili, bombardamenti, carri armati, ma che rivelino i drammi umani e così ho trovato sul quotidiano Avvenire un interessante articolo di Marina Corradi che mi ha portato a una riflessione, non di cronaca, ma sul dramma umano che sta dietro ogni guerra con la sua brutalità.
Basterebbe a tal proposito solo qualche citazione per capirne la portata drammatica di quello che è accaduto e che accadrà. “Gli uomini di Hamas (ma sono uomini?) hanno ucciso e hanno portato via anche uomini, bambini e vecchi annullando ogni codice di pietà o di onore militare. L’esplosione di una furia primitiva che fonda le sue antiche radici in odio ereditato, in annose sopraffazioni inferte e subite fra i due annosi nemici. Ma quella furia, quella voluttà di catturare il corpo delle donne, di portarselo via esultando, atterrisce perché vedi la primitività bestiale degli uomini”.
Scrive ancora la giornalista di Avvenire: “Tra le sofisticate armi del ventunesimo secolo, i droni a spiarci, i satelliti a controllare ogni angolo del mondo, e l’idea di una guerra tecnologica spietata in cui basti premere un bottone, nella furia di Hamas sui villaggi israeliani viene smentita. Mani legate, donne rapite con motorini, volti terrorizzati, ventenni portati chissà dove come prede”.
Se ce n’era bisogno le immagini che ritornano sugli schermi in questi giorni dicono che tutte le guerre sono tragiche, provocano migliaia di vittime, ma le guerre hanno mostrato il loro volto brutale e i loro orrori. Purtroppo, questo è spesso il risvolto nascosto dei conflitti oggi e la guerra in Israele lo ha portato sotto gli sguardi di tutti. La brutalità dei terroristi e il terrore degli ostaggi rapiti.