• Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa Parrocchiale

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa Parrocchiale - Interno

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Oratorio

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    S. Maria Maddalena - Patrona

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Affresco del '400

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa di S. Giorgio

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Croce Pessina

Mi incammino che è ancora buio sul sentiero che porta alla Croce Pessina (ul crusun). Con me porto una croce e mentre passo dopo passo mi inerpico su per la montagna porto con me un desiderio: fare da lassù una grande supplica perché dal “crusun” che domina sulla vallata la preghiera salga al Signore perché liberi la nostra città dall’epidemia, che risparmi vite umane, che allievi il dolore delle famiglie toccate dalla pandemia.

Salgo a fatica non so se per l’età o per il peso di tante richieste di preghiera che molti parrocchiani mi hanno affidato. Arrivo alla grande croce che albeggia. I laghi di Pusiano e di Alserio sono coperti della bruma mentre il sole si fa largo alle spalle del Resegone. Mi si affollano nella mente le immagini bibliche dei personaggi che sulla montagna hanno supplicato Dio per il popolo, Mosè, Elia e altri fino al discorso sul monte di Gesù nel Vangelo di Matteo.

Ma io chi sono per pregare, intercedere, supplicare per un popolo tanto numeroso che vive il dramma del covid19? Restringo l’orizzonte e mi fermo a pregare per la nostra città, per Crevenna. Non è egoismo! Ma è perché in questa città i malati hanno un nome un volto e li sento più vicini a me, nella mia supplica che mi accingo a rivolgere al Padre con il tremore di chi sente la responsabilità di una preghiera che sembra impotente se non fosse perché Gesù ci ha detto: qualunque cosa chiederete al Padre egli ve la darà! Allora mi sono sciolto nella supplica e mentre mi trema la voce sento dentro che davvero il Signore non può abbandonarci.

Al mio fianco un mio collaboratore tiene alta la croce che ci ha accompagnato lungo il tragitto. Un silenzio irreale ci stringe il cuore mentre il buio della notte si scolora per lasciare posto al sole che prende il suo posto come a dire che nessuna notte è così buia che non conosca l’alba.

Nel ritorno la croce sembra più leggera.


La parola di don Ettore

 

La parola
libero pensiero di don Ettore Dubini su temi attuali o determinate ricorrenze.