Estate, abbiamo più tempo di fermarci per un po' di riposo e magari riflettere. A dieci anni dalla morte del Card. Martini pubblico per la riflessione due testi diventati famosi e provocatori. Il primo questa domenica il secondo la prossima.
Una buona occasione per non dimenticare.
“La Chiesa è stanca, nell’Europa del benessere e in America. La nostra cultura è invecchiata, le nostre chiese sono grandi, le nostre case religiose sono vuote e l’apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri abiti sono pomposi. Queste cose però esprimono quello che noi siamo oggi? … Il benessere pesa. Noi ci troviamo li come il giovane ricco che triste se ne andò via quando Gesù lo chiamò per farlo suo discepolo. Lo so che non possiamo lasciare tutto con facilità”.
Già martini aveva sottolineato lo stato di stanchezza nella quale si trovano i credenti. Non sembra a giudicare dal tempo estivo con tutta l’euforia con la quale si manifesta la voglia di riprendere dopo le restrizioni della pandemia. È solo esteriore eccitazione. Noi credenti non possiamo accontentarci dell’esteriorità, possiamo invece guardare ai cambiamenti in atto e non solo quelli sociali, climatici, politici.
La Chiesa deve dare un colpo d’ala se vuole superare la “stanchezza”.