Un senso di impotenza ci prende di fronte alla drammatica situazione della guerra in Ucraina.
Sembra che gli sforzi umani non producano nulla di nuovo verso la soluzione del conflitto, anzi ormai sembra tutto orientato alla soluzione armata con l’inevitabile conta dei morti, dei feriti, delle distruzioni di case e soprattutto infrastrutture che rendono sempre più difficile la vita del Paese.
Da un anno ormai le comunità cristiane si sono mobilitate per sostenere con la preghiera e con la solidarietà il popolo ucraino, ma non vediamo risultati. Serpeggia un senso di paura per il rischio che la guerra si espanda ad altri paesi o diventi nucleare. Sembra di rivive il clima di 60 anni fa con crisi dei missili a Cuba. Era il 1962 a Roma si apriva il Concilio Vaticano II nella gioia e nella speranza degli uomini di buona volontà.
Giovanni XXIII pubblicava l’ Enciclica “Pacem in terris”. Nubi minacciose oscuravano l’orizzonte. L’anno prima era stato eretto il muro di Berlino, poi la crisi a Cuba. Come allora anche oggi la Chiesa non ha nel cuore che la pace e la fraternità universale e la vorrà perché questi obiettivi si realizzino.
La nostra Chiesa locale di Erba e il coordinamento per la pace promuove un fitto calendario di eventi per conoscere, sensibilizzare, e approfondire la drammatica situazione in Europa e nel mondo con l’obiettivo di tenere porte aperte agli avvenimenti che ci toccano e che non possiamo tacere.
