Un contributo determinate, per non perdere la memoria. Mattarella il 25 aprile, Festa della Liberazione, non festa della libertà, come se si volesse trovare una parola che potesse mettere d’accordo tutti nel clima rovente di polemiche alimentate attorno alla data del 25 aprile.
Il nostro Presidente della Repubblica figlia di quella Costituzione tanto spessa bistrattata, nel suo discorso a Cuneo ha toccato un argomento che mi ha emozionato richiamando il contributo determinate dato dai cattolici che hanno fortemente voluto “il principio della prevalenza della persona e delle comunità sullo Stato”.
La lotta di liberazione è stata certo storia di uomini e donne che nella resistenza al nazifascismo hanno pagato con la vita i loro ideali, ma è anche stata storia di chi ha saputo poi trasmettere la dottrina sociale della Chiesa per la ricostruzione dell’Italia che uscì devastata dalla guerra.
Citando ancora il contributo dei cattolici, Mattarella ricorda furono loro a “proporre uno Stato che facesse propria la causa della giustizia sociale come concreta espressione del bene comune, per rimuovere gli ostacoli al pieno sviluppo di ogni persona umana, per rendere sostanziale l’uguaglianza fra cittadini”.
Trovo coraggioso che l’intervento di Mattarella che ha colto l’occasione di mettere al centro l’apporto, spesso trascurato di chi ha contribuito alla liberazione non solo con le armi, ma anche con il contributo di pensiero in grado di sognare una Costituzione che ponesse le basi per una rinascita e per la ricostruzione di un Paese, l’Italia, che su quella Costituzione ha garantito, e speriamo continuerà a garantire, la libertà e il progresso.