Un parrocchiano mi ha fatto notare che sull’informatore della domenica 14 maggio ho indugiato troppo sulla crisi legata alla riduzione del numero dei sacerdoti dando così l’impressione che i numeri determinano condizioni di un futuro di Chiesa allarmante. Non ho potuto che dare ragione all’amico che mi ha invitato a non adeguarmi alla mentalità brianzola dove il “conteggio” è la cifra di lettura di tutto il vissuto sia quello sociale che quello religioso.
Infatti, noi siamo portati al conteggio, è innegabile. Eppure, non possiamo descrive un futuro di Chiesa solo contando sui numeri per altro impietosi: riduzione del numero dei sacerdoti, sempre meno partecipanti alla Messa domenicale, battesimi in netta diminuzione e così gli altri sacramenti. Negli ultimi decenni si è dato troppo rilievo ai dati statistici. Ora questi indicatori sociologici danno l’idea di una Chiesa in crisi.
In realtà la Chiesa ha sempre attraversato momenti di crisi. Gli indicatori della crisi della chiesa potrebbero spingere alla ricerca di “strategie” pastorali per porre rimedio al cambiamento. Ma la Chiesa per fortuna non è un’azienda e non ragiona per strategie. Quanto ha ragione l’amico che mi ha fatto notare una attenzione eccesiva da parte mia ai dati statistici. No! La chiesa non si rinnoverà con strategie aziendali, ma si rinnoverà per contagio. Meno conteggi e più contagi.
Il nuovo rinascimento della Chiesa non potrà che passare attraverso la testimonianza di credenti che non si lasciano scoraggiare dai numeri impietosi del cambiamento, ma vivono la loro appartenenza alla Chiesa con una convinzione e con una gioia da creare un contagio positivo. Il resto verrà da una ritrovata vivacità dei credenti.