Da Giovanni XXIII, con l’Enciclica Pacem in Terris, non sono mancati gli appelli alla pace da parte dei nostri Pontefici. Nelle ultime settimane Papa Francesco lo ha ribadito ancora con maggior forza. Sembra però che gli appelli rimangano inascoltati. Eppure, siamo alle soglie di una guerra mondiale che, se oggi è “a pezzi”, rischia di diventare davvero globale. È quindi urgente andare oltre gli appelli. C’è bisogno di una vera opera di educazione alla pace.
Non si tratta certo di mettere un’ora in più nell’orario scolastico, ma di favorire quelle occasioni che creino un clima di accordo. Questa via è alla portata di tutti e sarà il più grande investimento che si potrà fare per le generazioni future. Da parte nostra a Erba ormai da una decina d’anni puntiamo ad una educazione alla pace proponendo una serie di iniziative nei primi mesi dell’anno con una proposta di incontri, tavole rotonde, film che possano educarci per diventare anche noi “artigiani di pace”. Il titolo che lega insieme tutti gli incontri proposti è quanto mai attuale: “L’umanità ha perso il filo”.
Si comincerà proprio questa settimana, mercoledì 17 gennaio al cinema-teatro Excelsior, con un dialogo fra Marco Tarquinio Editorialista di Avvenire e Maurizio Ambrosini docente di sociologia che affrontano due temi strettamente legati tra loro: guerre e migrazioni. L’intento dei promotori, con Caritas che fa da capofila, è quello di offrire occasioni di approfondimento da una parte e dall’altra di contribuire all’educazione alla pace.
Nella confusione generale che ci aggroviglia, ritrovare il filo che abbiamo perso diventa un servizio alla nostra società.
