• Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa Parrocchiale

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    Chiesa Parrocchiale - Interno

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Oratorio

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    S. Maria Maddalena - Patrona

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Affresco del '400

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Chiesa di S. Giorgio

  • Parrocchia S. Maria Maddalena - Crevenna - Erba
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    Croce Pessina

La festa della Santa Famiglia di Nazaret è spesso raffigurata in un contesto di affetti sereni, ma troppo lontana dalla realtà delle famiglie di oggi. Le famiglie sono “la storia” da cui esse provengono. “Una storia intessuta di legami d’amore e la persona che siamo oggi non nasce tanto dai beni materiali di cui abbiamo usufruito, ma dall’amore che abbiamo ricevuto, dall’amore nel seno della famiglia. (Papa Francesco)

Forse non siamo nati in una famiglia eccezionale e senza problemi, ma è la nostra storia - ognuno deve pensare: è la mia storia, sono le nostre radici”. Mi piace pensare a Gesù come un ragazzo e un giovane che si forma e cresce nella trama degli affetti profondi, che nasce e cresce nell’abbraccio e nelle preoccupazioni dei suoi. Spesso si dimentica che a essere famiglia si impara ogni giorno. “Ogni giorno, in famiglia, scrive Papa Francesco, bisogna imparare ad ascoltarsi e capirsi, a camminare insieme, ad affrontare conflitti e difficoltà. È la sfida quotidiana, e si vince con il giusto atteggiamento, con le piccole attenzioni, con gesti semplici, curando i dettagli delle nostre relazioni. E anche questo ci aiuta tanto parlare in famiglia, a parlare a tavola, il dialogo tra i genitori e i figli, il dialogo tra i fratelli.

Con molto realismo, Papa Francesco, coglie uno dei punti di debolezza delle famiglie oggi troppo ripiegate sull’io e non sul tu! Se si vuole affermare a tutti i costi la propria idea, la superiorità del ruolo, la propria ragione, si creano dei corti circuiti che minano alla base la convivenza familiare. Per questo aggiunge: “E’ triste vedere a pranzo una famiglia, ognuno con il proprio telefonino senza parlarsi, ognuno parla con il telefonino; quando ci si accusa a vicenda, ripetendo sempre le solite frasi, inscenando una commedia già vista dove ognuno vuole aver ragione e alla fine cala un freddo silenzio. Quel silenzio tagliente, freddo, dopo una discussione familiare, è brutto quello, bruttissimo!

Ripeto un consiglio: alla sera, dopo tutto, fare la pace, sempre. Mai andare a dormire senza aver fatto la pace, altrimenti il giorno dopo ci sarà la “guerra fredda! E questa è pericolosa perché incomincerà una storia di rimproveri, una storia di risentimenti”. Molte famiglie oggi vivono storie belle e riuscite, ma altre convivono con tante fragilità e fallimenti.

Ci aiuti la famiglia di Nazaret a non trascurare la storia da cui proveniamo!


La parola di don Ettore

 

La parola
libero pensiero di don Ettore Dubini su temi attuali o determinate ricorrenze.