È di questi giorni che alcuni sacerdoti al sud sono stati fatti oggetto di intimidazione.
In Calabria a don Francesco Pontoriero viene recapitata una lettera con minacce di morte e un lama affilata.
A don Felice Palamara addirittura hanno messo della candeggina nelle ampolline dell’acqua e del vino per la Messa.
Nel Casertano hanno dato alle fiamme l’auto di un altro parroco don Marcos.
A Caivano un gruppo di facinorosi ha impedito ai fedeli di partecipare alla Santa Messa.
“Se fate del bene solo a quelli che vi fanno del bene, ha detto Gesù, che merito ne avete?”
Certo tante volte noi sacerdoti siamo presi di mira. Fa parte del ministero sacerdotale. Ma chi ha interesse oggi a intimidire i preti? Sono coloro che vedono nell’opera di educazione rivolta i giovani e alle comunità una minaccia per gli affari sporchi dei malavitosi. Il sud ha già avuto i suoi martiri: don Pino Puglisi, di Giuseppe Diana. Ma il clima di intimidazione non frena al momento l’opera di questi sacerdoti ai quali va tutta la mia solidarietà e insieme ammirazione per la coraggiosa testimonianza al Vangelo. Non lontano da noi altri martiri non per atti violenti di malviventi, ma nella testimonianza eroica della Carità come don Roberto Malgesini a Como e don Renzo Beretta a Pontechiasso. Quando ci assale la paura a noi sacerdoti servirà fare nostre le parole che il Card. Federico Borromeo disse a don Abbondio nei Promessi sposi: “quando vi siete presentato alla Chiesa per addossarvi codesto ministero, v’ha forse essa fatto sicurtà della vita?”
Gesù nel Vangelo ci ha detto: “Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi”.