La fede ci dice che quel Bambino che noi contempliamo nel Mistero del suo Natale è il Figlio di Dio, è il Salvatore del mondo. La fede ci insegna che Gesù è la speranza che non delude, è il significato vero per ogni momento di vita, è la forza spirituale della nostra esistenza. In tutto questo c’è da stupirsi. È lo stupore il sentimento umano del Natale cristiano. Nello stupore c’è grandezza d’animo e sensibilità profonda. Di stupore abbiamo bisogno per sentirci piccoli ed autentici di fronte alla grandezza e alla bellezza di questo Mistero. Il Natale è Mistero che suscita stupore e sa aprire il cuore alla novità di Dio che si fa uomo e viene ad abitare nel nostro tempo. Questo stupore non può rimanere qualcosa di superficiale o di sterile, fermandosi magari all’esperienza, sia pure bella, di alcuni buoni sentimenti, che vengono descritti nell’atmosfera natalizia. Lo stupore domanda invece una risposta concreta e chiede in noi un cambiamento di vita. Lo stupore davanti al presepio esige la conversione della vita. Anche a noi viene chiesto di dare gloria a Dio con la nostra vita; dar gloria a Dio con una vita rinnovata. Gesù è luce, dona gioia e conduce a libertà. È questo il messaggio del Natale. Come stride il contrasto tra il Natale di Gesù, la sua semplicità e la sua povertà, e lo spreco del Natale che celebriamo; tra la via del silenzio e del nascondimento scelta da Gesù per venire in mezzo a noi e il chiasso delle nostre città! Lasciamoci illuminare da Gesù, accogliamo la sua gioia, lasciamoci condurre sulla via della libertà dal male. Egli è amore che si dona. E chiede a noi di essere come Lui. È questo l’augurio che si fa preghiera per tutti e per ciascuno, a cominciare da chi soffre nel corpo o nello spirito, da chi è solo o emarginato, da chi vive il proprio cammino di vita senza ideali o lontano da una ricerca di senso. Per tutti è nato Gesù.
Mons. Angelo, con i Sacerdoti, i Consacrati e le Consacrate, il Consiglio Pastorale, il Consiglio per gli Affari Economici e il Consiglio dell’Oratorio