“Stefano rispose a tutti quelli che sedevano nel sinedrio: «Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori e uccisori, voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli e non l'avete osservata». All'udire queste cose, erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano” (At 7,51-54).
Stefano rappresenta il discepolo del Signore. L’essere discepoli di Gesù comporta un contatto permanente con il Maestro. La vita del discepolo è vita con il Signore Gesù. Non è un incontro passeggero. È andare dove va Gesù e con Gesù, affrontando ogni situazione. Stefano non ha avuto paura di rendere la sua testimonianza a Gesù di fronte al sinedrio dei giudei. Egli ripercorre tutta la storia della salvezza, per giungere fino a Gesù, messo a morte, come furono perseguitati e uccisi i profeti prima di Cristo. Stefano sa che nella storia della salvezza c’è anche il suo essere discepolo di Gesù, il discepolo che lo segue fino al martirio. Egli, meditando la Parola, comprende la sua vocazione, il suo presente, la sua missione, la sua vita di discepolo, la sua testimonianza nel martirio.