"Passando, il Signore Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio»” (Gv 9, 1-3).
Lo sguardo di Gesù giunge al cuore delle persone; si intreccia con i nostri desideri e le necessità più profonde. È uno sguardo libero da pregiudizi, uno sguardo che consola e salva. Non importa in quale condizione ci si trovi. Non importa se siamo o no capaci di fare una domanda nei suoi confronti o di manifestare un sentimento per Lui. Infatti, nel caso del cieco, non c’è una parola, un lamento, un’invocazione che lo conduca a Gesù. E invece Gesù passando lo vede, decidendo così di riportarlo alla luce della salvezza: “finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo”. Gesù manifesta il desiderio di Dio di venirci incontro, donandoci misericordia e consolazione. Il segreto di Dio sta proprio nel suo amore, che ci previene.