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“Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. … Voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia” (Gv 16,20b.22).
Gesù manifesta se stesso con il dono della gioia, la gioia cristiana, che trova il suo fondamento nella libertà, nella pace, nella fratellanza, nel rapporto di fede con Dio. Ma se mancano questi fondamenti, come può esserci gioia? Come è possibile la gioia nel nostro mondo, pieno di contraddizioni, ingiustizie, guerre? La gioia così non è forse fuga dalla realtà? No, la gioia non è cancellare la Croce di Gesù, che non è una sconfitta; e se non è una sconfitta, allora tutta la storia umana deve essere interpretata in modo diverso. È questa la ragione ultima che giustifica la gioia, anche se le situazioni della vita possono essere non facili. La gioia cristiana è gioia che viene da Dio, è dono di Dio; viene dalla certezza che Gesù ci ha salvato; è la gioia che proviene dall’amore di Dio, che salva l’umanità.
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“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri»” (Gv 13,34-35).
La nostra Comunità è in festa perché oggi 38 ragazzi e ragazze di quarta elementare ricevono la Prima Santa Comunione. Due di loro ricevono anche il Sacramento del Battesimo.
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59A GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI - Chiamati a edificare la famiglia umana!
Dal messaggio del Papa: Insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà vogliamo contribuire a edificare la famiglia umana, a guarirne le ferite e a proiettarla verso un futuro migliore. In questa prospettiva, per la 59a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, desidero riflettere con voi sull’ampio significato della “vocazione”. La parola “vocazione” non va intesa in senso restrittivo, riferendola solo a coloro che seguono il Signore sulla via di una particolare consacrazione. Tutti siamo chiamati a partecipare della missione di Cristo di riunire l’umanità dispersa e di riconciliarla con Dio. In questa grande vocazione comune, si inserisce la chiamata più particolare che Dio ci rivolge, raggiungendo la nostra esistenza con il suo Amore e orientandola alla sua meta ultima, a una pienezza che supera persino la soglia della morte. Così Dio ha voluto guardare e guarda alla nostra vita. Lo sguardo amorevole e creativo di Dio ci ha raggiunti in modo del tutto singolare in Gesù. Su ciascuno e ciascuna di noi si posa questo sguardo di Gesù pieno di amore. La nostra vita cambia, quando accogliamo questo sguardo. Tutto diventa un dialogo vocazionale, tra noi e il Signore, ma anche tra noi e gli altri. Un dialogo che, vissuto in profondità, ci fa diventare sempre più quelli che siamo: nella vocazione al sacerdozio ordinato, per essere strumento della grazia e della misericordia di Cristo; nella vocazione alla vita consacrata, per essere lode di Dio e profezia di nuova umanità; nella vocazione al matrimonio, per essere dono reciproco e generatori ed educatori della vita. In generale, in ogni vocazione e ministero nella Chiesa, che ci chiama a guardare gli altri e il mondo con gli occhi di Dio, per servire il bene e diffondere l’amore, con le opere e con le parole.
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“Il Signore Gesù parlò agli scribi e ai farisei e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita»” (Gv 8,12).
Accogliamo queste parole di Gesù per poterlo incontrare, fare esperienza della presenza in noi di Lui che è “la luce del mondo”. Credere in Lui significa sentire che la sua testimonianza è tale da illuminare la nostra vita e riscaldare il nostro cuore; credere in Lui è un atto di affidamento alla sua misericordia, è manifestazione di una piena confidenza in Lui. A coloro che hanno cominciato a stare dalla sua parte è chiesto questo atto di fede in Lui, che è amore, dono, offerta di salvezza. La Pasqua di Gesù ci dice che la salvezza è per tutti; Egli per tutti è morto in croce ed è risorto da morte. Se accogliamo Gesù, Egli con la sua Pasqua illumina, trasforma e cambia la nostra vita. Nulla è più come prima.
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“Gesù disse a Tommaso: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»” (Gv 20,29).
Domenica della Divina Misericordia
Fu San Giovanni Paolo II a stabilire nel 2000 che la domenica che conclude l’Ottava di Pasqua fosse dedicata alla Divina Misericordia, per dare compimento a quanto Gesù aveva rivelato, a Płock nel 1931, alla mistica Suora polacca Maria Faustina Kowalska. È stata scelta la prima domenica dopo Pasqua per il profondo legame che unisce il mistero pasquale della Redenzione alla festa della Misericordia.