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“Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore”(Gv 12,12b)
Nella meditazione sul quadro “Crocifissione con San Francesco d’Assisi”, irrompe Gesù Crocifisso in tutta la sua maestà sofferente.
Gesù muore in croce, avvolto dal buio, ma il suo volto è immerso nella luce: il suo amore è più forte della morte, capace di vincere le tenebre in cui anche noi possiamo cadere. Il cielo si apre per accoglierlo nuovamente e da qui scaturisce tutta la luce che sola può illuminare e guidare. Il nostro sguardo è condotto al centro del quadro sulle Sue ginocchia, quelle ginocchia su cui più volte si è piegato per risanare i malati, che hanno accolto i bambini, su cui si è inginocchiato per lodare e pregare il Signore, su cui è caduto nella salita al Golgota, offrendo agli altri la possibilità di aiutarLo, ma che non si sono mai piegate di fronte al Tentatore per cercare una strada più semplice di quella dell’amore vero.

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Gesù alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!»” (Gv 11,41-43).
Nella meditazione sul quadro di Lavinia Fontana, “Crocifissione con San Francesco d’Assisi”, giungiamo a Maria, la Madre di Gesù.
Di fronte alla morte in croce di Gesù, la Madonna viene vinta dal dolore. Colei che risponde il proprio “Eccomi” davanti alla chiamata del Signore, fidandosi completamente di Lui, non può che partecipare completamente alla Crocefissione del proprio figlio e Signore: distesa a terra e sostenuta dalle braccia della donna, sembra morire anche lei. Nel suo volto non c’è sofferenza o dolore, tutto il suo corpo è semplicemente abbandonato, pronta ancora una volta a lasciarsi plasmare dal proprio Signore e così diventare la madre di tutti i credenti. Anche di fronte alla morte del suo Figlio non smette di dire il proprio “Eccomi” al Signore, continuando a condividere con Lui la sua strada di salvezza.

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Rispose il Cieco ai Giudei: “Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?” (Gv 9,27).
È sulla figura dell’apostolo Giovanni che ci si vuole soffermare nella meditazione sul quadro di Lavinia Fontana, “Crocifissione con San Francesco d’Assisi”.
A un lato del quadro c’è GIOVANNI, l’apostolo amato e l’evangelista. Di fronte alla Crocefissione del Signore non può che mettersi in preghiera: Lui che ha seguito il Maestro, ha accolto il Suo insegnamento, non può abbandonarlo nel momento della prova e prega con Lui e per Lui.

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“Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32).
In questa domenica la meditazione sulla grande tela di Lavinia Fontana, “Crocifissione con San Francesco d’Assisi”, ci conduce a fissare il nostro sguardo sulla figura di Maria Maddalena.
Ai piedi della croce, Maria Maddalena abbraccia le gambe del Crocifisso, quell’uomo capace di vedere in lei, donna da tutti additata per i suoi errori, il bene e il suo valore. Di fronte alla morte del Signore non vuole perdere il suo legame con Lui, cerca di trattenerlo con sé per paura di perdere il suo amore, ma soprattutto di non essere capace di guardarsi ancora con gli occhi di Gesù.

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”Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Cristo?” (Gv 4,29)
È la meditazione sulla grande tela di Lavinia Fontana, “Crocifissione con San Francesco d’Assisi”, collocata sopra la porta d’ingresso alla sagrestia della Chiesa prepositurale, a condurci anche in questa seconda Domenica di Quaresima, con la presentazione – di Francesca Longhi - della figura di una donna che sostiene Maria.