- Dettagli
"Passando, il Signore Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio»” (Gv 9, 1-3).
Lo sguardo di Gesù giunge al cuore delle persone; si intreccia con i nostri desideri e le necessità più profonde. È uno sguardo libero da pregiudizi, uno sguardo che consola e salva. Non importa in quale condizione ci si trovi. Non importa se siamo o no capaci di fare una domanda nei suoi confronti o di manifestare un sentimento per Lui. Infatti, nel caso del cieco, non c’è una parola, un lamento, un’invocazione che lo conduca a Gesù. E invece Gesù passando lo vede, decidendo così di riportarlo alla luce della salvezza: “finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo”. Gesù manifesta il desiderio di Dio di venirci incontro, donandoci misericordia e consolazione. Il segreto di Dio sta proprio nel suo amore, che ci previene.
- Dettagli
“Il Signore Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»”. (Gv 8,31-32).
La verità vi farà liberi: per comprendere bene quest’affermazione di Gesù, ci possiamo aiutare pensando agli opposti di verità e libertà. L’opposto della verità è la menzogna. L’opposto della libertà è la schiavitù. Chi è libero e chi è schiavo? È libero chi si riferisce alla verità, chi segue la verità, vive nella verità; è schiavo chi invece è posseduto dalla menzogna. Può essere che anche noi, come i giudei, non ci sentiamo schiavi di nessuno e siamo certi della nostra libertà. Ma per essere liberi, non basta un’appartenenza, essere discendenza di Abramo, figli di Abramo. Non basta per noi aver ricevuto il Sacramento del Battesimo; occorre invece essere e vivere da figli di Dio. E lo si è per la grazia e con la fede.
- Dettagli
La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?» (Gv 4,28-29)
Nell’incontro di Gesù con la donna samaritana possiamo leggere l’incontro di Gesù con ogni persona, che viene trasformata da Lui, convertita radicalmente, raggiunta nella profondità del cuore. Tutto inizia da quel “Dammi da bere” che Gesù rivolge alla donna samaritana, cioè dalla richiesta di qualcosa di materiale; ma è una richiesta che fa nascere il bisogno di un dono spirituale. Non fermiamoci alla donna samaritana. Gesù bussa anche alla nostra porta; Egli non si impone, ma solo si propone. Occorre perciò la nostra disponibilità ad accoglierlo, ad ascoltare la sua voce e a lasciarci condurre da lui.
- Dettagli
“Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo” (Mt 4,1).
Il tempo di Quaresima è tempo di grazia, di riconciliazione, di conversione” (Mons. Mario Delpini)
- Dettagli
«ll pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore» (Lc 18,13).
Il pubblicano, a differenza del fariseo, quasi non ha il coraggio di entrare nel tempio per pregare; se ne sta in fondo, consapevole della distanza che lo separa da Dio, sentendo tutto il peso del proprio peccato, che lo fa rimanere lontano. Ma proprio in questa lontananza trova il coraggio di pregare con umiltà: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore”. Sa di essere sotto lo sguardo di Dio. Non ha pretese; non presume nulla nei confronti di Dio, al quale tutto deve. Si lascia avvolgere dal mistero di Dio, evitando la presunzione: “Non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto”.