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GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE «Cuori ardenti, piedi in cammino» (cfr Lc 24,13-35) DAL MESSAGGIO DEL PAPA
“Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ho scelto un tema che prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca (cfr 24,13-35): «Cuori ardenti, piedi in cammino». Quei due discepoli erano confusi e delusi, ma l’incontro con Cristo nella Parola e nel Pane spezzato accese in loro l’entusiasmo per rimettersi in cammino verso Gerusalemme e annunciare che il Signore era veramente risorto. Nel racconto evangelico, cogliamo la trasformazione dei discepoli da alcune immagini suggestive: cuori ardenti per le Scritture spiegate da Gesù, occhi aperti nel riconoscerlo e, come culmine, piedi in cammino. Meditando su questi tre aspetti, che delineano l’itinerario dei discepoli missionari, possiamo rinnovare il nostro zelo per l’evangelizzazione nel mondo odierno.

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“Quanto è grande la casa di Dio, quanto è esteso il luogo del suo dominio! ... Manda la luce ed essa corre, l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore. Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia e hanno gioito.” (Bar 5,24-38).
Il Creatore di tutto ha fatto l’universo come un tempio della sua gloria. Ma se tutto il creato è la casa di Dio, perché costruire allora delle case a Dio, delle chiese? La risposta la troviamo nella caratteristica della natura umana, che non può fare a meno dei segni e dei mezzi. Abbiamo cioè bisogno di realtà visibili, che siano segni visibili di realtà ancora più grandi, che ci richiamino alle realtà eterne. Abbiamo bisogno di mezzi esteriori e visibili che ci aiutino vivere la vita dello Spirito. Ad esempio, un quadro che ritrae una persona che ci è cara, viva o defunta; non è la persona a cui siamo affezionati; eppure lo conserviamo con cura, perché è un segno della persona a cui siamo affezionati. Così è per la comunità cristiana; poiché essa è tempio dove abita lo Spirito Santo, non può fare a meno di luoghi, di chiese, di edifici per pregare Dio, per crescere nella fede, nella speranza, nella carità. Ecco perché dedichiamo a Dio le nostre chiese-edificio, a Lui che non ha bisogno di chiese o di case. Siamo noi ad averne bisogno.

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“Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare»” (Lc 17,10).
Come per i cristiani delle origini, Gesù continuava ad essere presente nelle loro comunità con il gesto più grande dell'amore, la sua passione, morte e risurrezione, così anche oggi Gesù è presente con il suo amore, un amore che si fa dono, un amore che si fa servizio. Gesù è tra noi “come colui che serve” (Lc 22,27) attraverso la Croce. Per Gesù, che si è fatto servo per amore nostro, anche noi dobbiamo essere servi. Le parole di Gesù, rivolte agli apostoli, hanno lo scopo di far loro comprendere che cosa significa seguirlo. Gli apostoli, e con essi ogni cristiano, nella loro missione possono soltanto dire: abbiamo fatto semplicemente il nostro dovere. Gli apostoli, pur essendo investiti di una missione importante, come quella che Gesù ha loro affidato, sono pur sempre dei servitori, i quali, compiendo il loro dovere, adempiono ad un compito loro affidato. Quando il cristiano ha compiuto quello che il Signore gli ha chiesto, che cosa ha fatto se non il proprio dovere?

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“Gesù rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso»” (Mt 22,37-39).
CELEBRAZIONE DEL SACRAMENTO DELLA CRESIMA
Sabato 7 ottobre prossimo alle ore 15.30 53 ragazzi e ragazze della nostra Comunità Pastorale S. Eufemia riceveranno il Sacramento della Cresima. A celebrare il Rito sarà Mons. Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo emerito di Camerino-San Severino Marche.

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“Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!»” (Gv 6,35).
La vita del cristiano può essere letta con l’immagine del cammino. A noi cristiani, più che la capacità di metterci in cammino, manca la costanza, il non stancarsi, il non arrendersi di fronte alle difficoltà. Ci viene perciò incontro Gesù, mandato dal Padre per liberarci dalla schiavitù del peccato; attraverso l’acqua del Battesimo ed il cibo dell’Eucaristia, Gesù ci conduce alla vita, quella vera. La capacità di superare tentazioni e difficoltà è, oltre che nelle nostre capacità umane, soprattutto nell’accoglienza di Gesù. Il pane della vita è Cristo stesso, Parola ed Eucaristia, che ci viene offerto nella santa Messa. Accostarci a ricevere il pane della vita significa credere in Gesù ed accettare il cammino della vita, che Egli ci consegna. Questo avviene nella santa Messa. Come perciò non parteciparvi, per nutrire il nostro bisogno di comunione con Dio e cercare di essere poi una presenza costruttiva per gli altri?