Dalla Lettera dell’Arcivescovo Mons. Mario Delpini per l’inizio dell’anno pastorale:
«Le attività della comunità cristiana, come la scuola e la vita sociale, riprendono dopo la pausa estiva di questo anno così tribolato, strano, frustrante. In questa ripresa è più che mai necessario “metterci l’anima” per diventare saggi, perché l’organizzazione delle iniziative e la predisposizione del calendario non possono essere il ripetersi per inerzia di quello che “si è sempre fatto”. Cerchiamo una sapienza che orienti le scelte, gli stili, le cose. La ricerca della sapienza necessaria per vivere bene, per trovarci a nostro agio nella storia è un’arte da imparare di nuovo […].
I primi adempimenti del nuovo anno pastorale potranno quindi essere passi verso la sapienza per interpretare il tempo che abbiamo vissuto e quello che stiamo vivendo, per invocare il dono dello Spirito che continui a custodire in noi i sentimenti che furono in Cristo Gesù e il pensiero di Cristo, per compiere esercizi di discernimento comunitario […].
Questo inizio avrà i tratti di una “ripresa”, forse particolarmente faticosa e complicata […]. C’è una grazia speciale in ogni inizio. Chi si mette all’opera è attratto da una meta da raggiungere, da un risultato desiderabile, dall’intenzione di vivere il tempo come amico del bene […]. Come inizieremo quest’anno? Dopo il trauma subito, dopo le molte previsioni e le molte smentite, sotto molti condizionamenti e forse inestirpabili paure, come comincerà quest’anno? La sapienza cristiana legge in ogni inizio un’occasione, una grazia, una novità. Tanto più in questo 2020: molte delle solite cose sono da re-inventare […]. C’è in tutti noi un desiderio di ripensamenti coraggiosi sulla pratica pastorale, sugli atti essenziali che la caratterizzano e su tutto quanto si è accumulato con il tempo. Come dire la buona notizia del Vangelo con l’annuncio della Parola, con la celebrazione dei sacramenti, con l’esercizio delle responsabilità educative, con la pratica della carità e le forme della solidarietà, con la testimonianza negli ambienti del vivere quotidiano, con la promozione di iniziative di aggregazione e di animazione» (pp. 69.71-72.78-79).