“Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio” (Lc 15,18-19a).
Sono le parole con cui il figlio prodigo, cioè spendaccione, dopo aver sperimentato l’abisso del peccato, rientra in se stesso e manifesta il suo desiderio di conversione. Tuttavia protagonista della parabola non è questo giovane figlio, che ha sperperato la sua vita e la sua giovinezza nel peccato, allontanandosi dalla casa del padre e rifiutando uno stile di vita in cui era cresciuto. Protagonista è Dio, che è Padre buono, che accoglie e perdona l’uomo peccatore. Il centro della parabola è il padre misericordioso. Il perdono cristiano viene da lì, viene dal Padre misericordioso che perdona. E non potrebbe venire che da lì. Dio Padre è amore e, proprio perché amore, crea ogni cosa per amore, per dare alle sue creature tutto ciò che è e tutto ciò che ha: l’amore. È questa la verità di Dio. È l’amore di Dio che ci fa scoprire il nostro peccato. Il peccato è rifiutare la rivelazione dell’amore immenso che Dio ha per noi.