“Imparate da me che sono mite ed umile di cuore” (Mt 11, 29).
Gesù ci chiama a sé, non solo per farci conoscere chi è Lui, ma anche per poter imparare da Lui: la mitezza e l’umiltà. Può sembrare che Gesù sia uno che non sa farsi valere; viene infatti per sconfiggere il male, ma sembra avere una voce così debole che il male può soffocarla; viene per combattere l’ingiustizia, ma sembra che questa prevalga. La mitezza però non è arrendevolezza, tant’è che Gesù giunge a scacciare i venditori dal tempio. La mitezza va di pari passo con l’umiltà e la carità. L’umiltà è parte di un cammino in cui ci si sforza di vivere nell’amore. Questo sforzo ha la sua ragione nell’essere discepoli di Gesù, nel seguire il suo esempio. Se sappiamo imitare Gesù mite e umile di cuore, ogni presunzione sparisce; da Lui siamo rinfrancati: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò” (Mt 11, 28).