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“In quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni” (Mc 1,9)
Nella solennità della Epifania abbiamo celebrato la rivelazione di Gesù ai Magi. Ma questa sua manifestazione non si è esaurita nell’Epifania. L’Epifania trova il suo compimento nel Battesimo di Gesù al fiume Giordano. E trova la sua conferma nelle parole divine, “una voce dal cielo”: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.

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Solennità dell’Incarnazione o della Divina Maternità della Beata sempre Vergine Maria
“Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù” (Lc 1,31)

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Il Precursore
Il Precursore, cioè colui che viene prima, colui che viene a preparare la strada a chi sta per arrivare, è Giovanni Battista, una grande figura dell’Avvento. Egli è “voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore”. Giovanni afferma di essere voce, cioè testimone di Gesù Cristo, perché sa che il Messia verrà per iniziare la sua missione di salvezza. La sua confessione è chiara, decisa; il tono altezzoso dei farisei, che erano stati inviati a lui, non lo spaventa; egli parla e agisce secondo ciò in cui crede. Egli fa tutto per preparare la strada del Signore, per facilitare la sua missione di salvezza. Quella di Giovanni Battista è testimonianza a Gesù: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me, ed era prima di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo”. Giovanni Battista sa di essere l’ultimo di fronte alla grandezza di Gesù. Ma anche l’ultimo può e deve essere testimone.

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L’ingresso del Messia
“Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore” (Mc 11,9)
Tra poco più di due settimane celebreremo la solennità del Natale del Signore, celebreremo cioè una venuta di pace, che ha un segno profetico in Gesù che entra a Gerusalemme per portare la pace. Gesù è completamente circondato dalla folla, che acclama a lui: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!“. Sia quelli che precedono Gesù, sia quelli che lo seguono hanno sulla bocca il medesimo canto: Osanna, benedetto. Anche noi non dobbiamo tacere; all’amore si risponde con l’amore e la gratitudine, perché la venuta di Gesù è un dono. È la gratitudine che si esprime soprattutto nella preghiera; ma è anche l’amore che si fa dono agli altri.