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«Vogliamo entrare spiritualmente nella Casa di Nazareth per meditare sugli insegnamenti che da essa ci provengono. Il Figlio di Dio, incarnandosi per la nostra salvezza, si è scelto una famiglia, mostrandoci così che matrimonio e famiglia fanno parte del disegno di salvezza e rivestono un ruolo singolare per il bene della persona e della società umana. […]. L’autentico amore coniugale è così assunto nell'amore divino, derivandone l’impegno di una donazione indissolubilmente fedele e generosamente feconda. Impegno non facile davvero, al cui adempimento tuttavia contribuiscono la redenzione operata da Cristo e l’azione salvifica della Chiesa. Proprio per questo, nella misura in cui restano fedeli al loro compito, i membri della famiglia progrediscono sulla via della santità, diventano testimoni della misericordia del Padre celeste e contribuiscono a costruire un mondo dove regna lo spirito di servizio, di accoglienza e di solidarietà» (San Giovanni Paolo II).

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“Gesù disse ai Dodici: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente»” (Lc 9,13).
Così dicono gli apostoli a Gesù, che li invita a dar da mangiare alla folla, cinquemila persone, che lo ha seguito, una folla mossa dall’entusiasmo per le sue parole e per quanto andava facendo. Cinque pani e due pesci sono nulla, in confronto alle necessità di tanta gente. Eppure con questi cinque pani e questi due pesci Gesù, mosso da compassione per la folla che lo stava seguendo nel deserto, sfama tutta quella gente: “Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla”. In ciò che Gesù compie possiamo leggere la rivelazione del suo amore per noi e la manifestazione della sua missione per la salvezza dell’umanità.

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“Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela»” (Gv 2,1.3-5).
Dalla madre di Gesù, la Vergine Maria, che è fiduciosa e docile alla parola e ai gesti del suo Figlio ed è premurosa verso tutti, possiamo imparare ad essere collaboratori di Cristo. Maria ha uno sguardo ed un’attenzione che manifestano il suo amore per le persone con cui si trova. Si accorge subito che al banchetto c’è qualcosa che non va: “non hanno vino”. È un problema non da poco per la riuscita del banchetto. Perciò Maria, attenta alle necessità delle persone, cerca di fare qualcosa. Conosciamo la premura materna di Maria; a Lei non ci si rivolge mai inutilmente. Tramite Lei si giunge a Gesù, che chiama a collaborare con Lui. Chi sono oggi i collaboratori di Gesù? Tutti lo siamo, se prendiamo esempio da Maria e facciamo come Lei: essere sensibili alle necessità degli altri, stare attenti se qualcuno manca di qualcosa e fare anche noi come i servitori del Vangelo, che ascoltano Gesù e gli obbediscono con prontezza e generosità.

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“Il Signore Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui” (Mt 3,13).
IN MEMORIA DI BENEDETTO XVI
Il 31 dicembre 2022 ha concluso il suo cammino terreno il Papa emerito Benedetto XVI. La nostra Comunità lo ha ricordato e ha pregato per lui. In particolare, mercoledì 4 gennaio scorso, alle ore 20.30 in chiesa prepositurale è stata celebrata la S. Messa in suo suffragio, come debito di riconoscenza nei confronti di chi, come successore dell’apostolo Pietro, ha guidato la Chiesa, accogliendo l’invito di Gesù “Pasci le mie pecore” (Gv 21,17). Nelle parole che Papa Francesco ha pronunciato all’inizio dell’Udienza Generale del 4 gennaio scorso troviamo la sintesi di quello che ha rappresentato il Pontificato di Benedetto XVI: “è stato un grande maestro di catechesi. Il suo pensiero acuto e garbato non è stato autoreferenziale, ma ecclesiale, perché sempre ha voluto accompagnarci all’incontro con Gesù. Gesù, il Crocifisso risorto, il Vivente e il Signore, è stata la meta a cui Papa Benedetto ci ha condotto, prendendoci per mano. Ci aiuti a riscoprire in Cristo la gioia di credere e la speranza di vivere”.