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FARE PENITENZA, UN’ESIGENZA CHE NASCE DALL’AMORE: la conversione
In questa seconda settimana vogliamo preparare il nostro cuore ad accogliere Gesù che nasce per noi. Spesso tante cose riempiono i nostri pensieri, togliendo spazio al vero Amore. Come risuona nella predicazione di Giovanni Battista, siamo chiamati a convertirci, perché il Regno dei Cieli è vicino. Per realizzare questo è necessario fare penitenza che, come spiega san Charles de Foucauld, vuol dire innanzitutto provare dispiacere per i nostri peccati, così da riconoscere il grande amore di Dio, sempre pronto a perdonarci ogni volta che, umili, torniamo da Lui. La conversione si concretizza nella propria situazione di vita e deve avvenire ogni volta, non è mai una volta per sempre! Quando mi accorgo che non sto vivendo secondo lo stile Gesù, trovo il coraggio per cambiare strada e inizio a camminare seguendo la Via indicata dal Salvatore. Vigiliamo in questo periodo di Avvento per non cadere più nell’errore e lasciare quindi il nostro cuore libero di accogliere Gesù che viene.

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VEGLIATE PER STARE CON GESU’
la vigilanza e l’attesa
Iniziamo oggi il nostro percorso d’Avvento facendoci accompagnare da san Charles de Foucauld. L’atteggiamento della vigilanza è la colonna portante di questo periodo: anche la Corona d’Avvento, con le sei luci accese progressivamente ogni domenica, ci porta in questa dimensione di tempo scandito da un’attesa. Per un cristiano attendere non significa però aspettare in maniera passiva, essere spettatore di fronte alle vicende del mondo. Il nostro cammino nel realizzare il Regno di Dio (è questo poi, ciò che davvero aspettiamo!) passa per una reale e concreta presa di responsabilità. Noi siamo invitati ad accorgerci che Gesù è adesso e, se non voglio che mi passi accanto senza accorgermene, devo essere attento, ossia, teso verso Lui per scoprire come mi viene incontro. Può accadere con la sua Parola, a Messa, con una buona intuizione che lo Spirito mi suggerisce, attraverso una persona che incontro. Gesù ci conosce bene: sa che a volte siamo dispersi, distratti, assonnati dalla noia! Per accogliere il Signore Risorto devo essere sveglio, attento nel saperlo riconoscere.

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GIORNATA MONDIALE DEI POVERI E GIORNATA DIOCESANA DELLA CARITAS sul tema “La via del Vangelo è la pace”
Sono quanto mai attuali le parole di Papa Francesco nell’udienza concessa in occasione del 50° di fondazione di Caritas Italiana, celebrato lo scorso anno, in cui egli invitava a camminare nella via degli ultimi, nella via del Vangelo e nella via della creatività. Il nostro è un tempo contrassegnato ancora da grande fatica e incertezza. La guerra continua a colpire duramente diversi paesi in tutto il mondo e da parecchi mesi ormai è in Europa, vicina a noi. Il cristiano ha ferma coscienza che scegliere la via del Vangelo è scegliere la via della pace. Da qui il tema di questo anno: “La via del Vangelo è la pace”.

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“Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire…” (Mt 22,2-3).
La parabola rappresenta la storia della salvezza; è una salvezza che non si realizza facilmente, ma non per colpa di chi salva, ma di chi è salvato. Dio infatti vuole condurre tutti alla salvezza; ma Egli non la impone, solo la propone. Questo racconto di Gesù è anche per noi. Oggi, nella nostra storia personale e comunitaria, è il Signore che invita e gli invitati a volte rifiutano... L’invito insistente di Dio è per noi, è per tutti, oggi. Non possiamo presentare nessuna scusa per non sentirci interpellati. Nessuno può dire: “Dio non mi chiama, si è dimenticato di me”, perché Dio chiama tutti e ciascuno, proprio perché ama tutti e ciascuno; nessuno si deve sentire escluso dal suo amore; Egli ci raggiunge tutti; la nostra stessa vita è segno del suo amore immenso, che ci previene e ci accompagna.