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«La missione è risposta, libera e consapevole, alla chiamata di Dio. Ma questa chiamata possiamo percepirla solo quando viviamo un rapporto personale di amore con Gesù vivo nella sua Chiesa. Chiediamoci: siamo pronti ad accogliere la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, ad ascoltare la chiamata alla missione, sia nella via del matrimonio, sia in quella della verginità consacrata o del sacerdozio ordinato, e comunque nella vita ordinaria di tutti i giorni? Siamo disposti ad essere inviati ovunque per testimoniare la nostra fede in Dio Padre misericordioso, per proclamare il Vangelo della salvezza di Gesù Cristo, per condividere la vita divina dello Spirito Santo edificando la Chiesa? […] Questa disponibilità interiore è molto importante per poter rispondere a Dio: “Eccomi, Signore, manda me” (cfr Is 6,8)» (dal Messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale).
Alle porte della Chiesa potremo contribuire alle opere missionarie attraverso un contributo in cambio di semplici frutti di stagione, segno della condivisione con chi è a servizio del Vangelo e della promozione dei più poveri.
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Dedicazione del Duomo di Milano
Si deve a San Carlo Borromeo la festa della Dedicazione del Duomo di Milano ogni anno alla terza domenica di ottobre. Il Santo Arcivescovo dedicò al culto il Duomo il 20 ottobre 1577, terza domenica del mese; da quell’anno in poi, la terza domenica di ottobre fu riservata alla celebrazione della Dedicazione della Chiesa Madre di tutti i fedeli ambrosiani. La festa non è solo occasione per ricordare un edificio, bello fin che si vuole, ma pur sempre un edificio, sia pure ricco di storia, di arte; la festa è motivo per celebrare ciò che l’edificio materiale rappresenta, cioè l’edificio spirituale, la Chiesa ambrosiana raccolta attorno al suo Arcivescovo. Occorre perciò ravvivare in noi il senso dell’appartenenza alla Comunità diocesana, per sentirci ed essere sempre più fratelli e sorelle nel Signore, che insieme condividono un cammino di fede e di amore.
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"Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno” (Mt 13,23). Il seme è gettato dappertutto, ma cresce e produce frutto solo nel terreno buono. Così la Parola di Dio. Noi siamo il terreno buono? Non è sufficiente ascoltare; occorre mettere in pratica la Parola. È necessario che quanto il Signore ci insegna diventi vita. Solo così produciamo frutto, cioè facciamo in modo che la Parola di Dio sia efficace in noi.
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«La “domenica dell’ulivo” intende incoraggiare la benedizione e la distribuzione dell’ulivo come messaggio augurale. La benedizione dell’ulivo deve essere occasione per un annuncio di pace, di ripresa fiduciosa, di augurio che può raggiungere tutte le case» (Mons. Mario Delpini).
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Domenica 27 settembre 2020 è la data in cui l’Arcivescovo Mario ci chiede di puntare molto sulla Festa di apertura degli oratori: diamo la possibilità a tutti di stare allegri, rispettando le norme e le indicazioni.
Mettiamo la messa al centro della festa di apertura degli oratori. La celebrazione all’aperto in oratorio sembra la soluzione più percorribile. L’obiettivo principale dell’anno oratoriano consiste nel proporre ai ragazzi l’esperienza dell’incontro con il Signore Risorto. Per questo sarà importante affrontare la questione della partecipazione dei ragazzi alla messa domenicale.
Dare spazio e voce alle famiglie da un lato e ai giovani dall’altro può essere la strada per condividere un nuovo modo di fare oratorio in questo tempo tutto nuovo che ci aspetta. Per questo abbiamo cercato di favorire un momento conviviale di pranzo insieme, per vivere anche nell’informalità quella condivisione del cuore che Gesù ci spinge a domandare.
Proponiamo di pensare ad un percorso di giochi a stand per accogliere i ragazzi in oratorio a gruppi. Sarà fondamentale che con i gruppi ci siano gli animatori più grandi qualche maggiorenne di riferimento. Un percorso a stand che potremmo collocare nei diversi spazi dell’oratorio: giochi “in sicurezza”, prove di attività espressive, giochi sportivi...
La Festa di apertura degli oratori è il momento simbolico ma anche fattivo in cui riprendere le attività ordinarie. Si può tornare dunque a frequentare liberamente gli oratori, attenendosi alle indicazioni che vengono date. È un giorno che abbiamo aspettato tanto. Le condizioni per l’apertura stabile degli oratori sono quelle che conosciamo: distanziamento; mascherina; igienizzazione.
L’oratorio continuerà ad essere aperto a tutti, anche ai ragazzi che non frequentano il catechismo in parrocchia o un percorso di fede. Le stesse indicazioni valgono per i bar interni all’oratorio. Dalle prossime settimane, dopo aver compreso bene come mettere in atto tutte le normative, anche la Casa della Gioventù tornerà ad essere un luogo abitato da gente gioiosa e innamorata di Gesù!
Don Claudio