“Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: «Venite, è pronto». Ma tutti, uno dopo l'altro, cominciarono a scusarsi” (Lc 14,16-18).
Tanto grande è l’invito di Dio quanto meschine sono le scuse presentate per non accettare l’invito. Il primo ha acquistato un campo e deve venderlo; il secondo ha comprato cinque paia di buoi e deve provarli; l’ultimo deve sposarsi e non può accettare. Sembra che tutti abbiano impegni importanti, che non si possono evitare. Tuttavia dietro quei “no”, dietro quelle risposte negative c’è una precisa decisione di coloro che sono invitati: essi vogliono affermare il primato di sé, delle proprie cose, come il campo, i buoi, il matrimonio, rispetto all’urgenza di partecipare al banchetto del Regno, di partecipare quindi alla missione della Chiesa, che è quella di annunciare il Vangelo, perché si compia il Regno di Dio, che è Regno di amore, pace, gioia. Perciò Gesù conclude la parabola con le parole del padrone: “Nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena” (Lc 14,24).