"Sento compassione per la folla”, dice Gesù ai suoi discepoli. “Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino” (Mt 15,32)
La compassione di Gesù è manifestazione visibile della sua misericordia; è la sua profonda percezione dei bisogni delle persone, comprese le necessità più immediate, come quella della fame. Gesù sente compassione, una compassione che è commozione, perché Egli è vero uomo, con tutti i sentimenti propri dell’umanità, ma insieme, proprio perché è vero Dio, ci ama con un amore infinitamente più grande del nostro. Dio infatti non è sordo, non è cieco, non è insensibile alle nostre difficoltà, alle sofferenze e alle tragedie dell’umanità. Anzi, soffre più di noi. Gesù, Figlio di Dio, incarnandosi, sperimenta, con la sua venuta tra noi, una sofferenza che non ha pari, perché vede l’umanità sofferente. Egli è il Verbo di Dio, la Parola di Dio che guida i nostri passi ed è luce sul nostro cammino.