“Chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14).
In questa seconda domenica di Quaresima vogliamo soffermarci sulla preghiera che nasce dall’ascolto della Parola di Dio.
“Sono io, che parlo con te” (Gv 4,26). Come alla Samaritana, il Signore continua incessantemente ad offrire ad ognuno di noi l’incontro salvifico con la Sua Parola che è incarnata, viva ed attuale, che “illumina, accende, ferisce il cuore di chi prega” (Mons. Delpini). Nell’azione liturgica Cristo, infatti, è presente e si rivolge al nostro presente. “Dammi da bere” (Gv 4,7). “Gesù aveva sete della fede di quella donna” (S. Agostino), la precede e la incontra nel bisogno, suscita in lei la ricerca e si dona come meta. La preghiera più autentica è quella che si fa ascolto, abbandono, che lascia operare il Suo Amore. “Ognuno di noi può immedesimarsi con la donna Samaritana: Gesù ci aspetta, specialmente in questo tempo di Quaresima, per parlare al nostro, al mio cuore. Fermiamoci un momento in silenzio, nella nostra stanza, o in una chiesa, o in un luogo appartato. Ascoltiamo la sua voce che ci dice: «Se tu conoscessi il dono di Dio»…” (Benedetto XVI).