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“Abbiamo bisogno di riflettere sulla preghiera per comprendere il significato, l’importanza, la pratica cristiana, in obbedienza a Gesù nostro Signore, modello e maestro di preghiera. […] necessità della vita cristiana. Cioè della vita vissuta in comunione con Gesù, irrinunciabile come l’aria per i polmoni.” Cogliendo l’occasione della speciale Grazia che il Signore dispensa attraverso la Santa Quaresima - per eccellenza tempo della preghiera - accogliamo con particolare fervore l’esortazione del nostro Arcivescovo, contenuta nella Proposta Pastorale per l’anno 2022/2023. In ciascuna domenica di Quaresima mediteremo su una parola pronunciata durante la S. Messa, che dà forma a una specifica modalità di preghiera. Attingendo all’inesauribile ricchezza della celebrazione eucaristica, “preghiera per eccellenza, la più alta, la più sublime, e nello stesso tempo la più concreta” (Papa Francesco), nutriamo la nostra fede, esprimendola, al contempo, nelle diverse forme che lo Spirito Santo continua a suscitare e a guidare. Affidiamo questo cammino alla Santissima Vergine, riferimento sicuro e necessario, icona della fede più perfetta.
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“Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio” (Lc 15,18-19a).
Sono le parole con cui il figlio prodigo, cioè spendaccione, dopo aver sperimentato l’abisso del peccato, rientra in se stesso e manifesta il suo desiderio di conversione. Tuttavia protagonista della parabola non è questo giovane figlio, che ha sperperato la sua vita e la sua giovinezza nel peccato, allontanandosi dalla casa del padre e rifiutando uno stile di vita in cui era cresciuto. Protagonista è Dio, che è Padre buono, che accoglie e perdona l’uomo peccatore. Il centro della parabola è il padre misericordioso. Il perdono cristiano viene da lì, viene dal Padre misericordioso che perdona. E non potrebbe venire che da lì. Dio Padre è amore e, proprio perché amore, crea ogni cosa per amore, per dare alle sue creature tutto ciò che è e tutto ciò che ha: l’amore. È questa la verità di Dio. È l’amore di Dio che ci fa scoprire il nostro peccato. Il peccato è rifiutare la rivelazione dell’amore immenso che Dio ha per noi.
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“Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più»” (Gv 8,10-11).
Gesù si rivolge alla peccatrice, che gli avevano condotto, chiamandola “donna”, allo stesso con cui si era rivolto a sua Madre alle nozze di Cana, alla Samaritana, o come farà con Maria di Magdala il mattino di Pasqua. Gesù, rivolgendosi a lei in questo modo, le restituisce la sua piena dignità, la fa risaltare per quella che è, non per quello che ha fatto. Nessuno prima le aveva rivolto parola; l’avevano portata da Gesù come un oggetto. Gesù invece le rivolge la Parola, la restituisce alla sua dignità di persona. E questa donna ascolta. L’ascolto della Parola di Dio è il punto chiave di tutto il processo di conversione. Senza questo ascolto non c’è né vero senso del peccato, né vero processo di conversione, né vera riconciliazione. Nell’incontro di Gesù con la “donna sorpresa in adulterio”, possiamo leggere l’inizio di ogni conversione, che nasce appunto da una Parola, ma non una parola qualsiasi, bensì dalla Parola di Dio. Anche a noi Gesù rivolge la sua Parola. La donna del Vangelo ha ascoltato questa Parola, ha risposto a Gesù, chiamandolo Signore, l’appellativo di Dio; in questa risposta c’è tutta la sua fede. Il tutto ha origine dalla Parola, che chiede ascolto, perché possa produrre frutto. La fede è dono, anzitutto; ed è un dono che passa attraverso la Parola di Dio. Il primato è della Parola. E la fede parte dall’ascolto della Parola di Dio. Chi crede è colui che si apre all’ascolto della Parola di Dio.
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45^ GIORNATA PER LA VITA
Rinnovare l’impegno. La Giornata per la vita rinnovi l’adesione dei cattolici al “Vangelo della vita”, l’impegno a smascherare la “cultura di morte”, la capacità di promuovere e sostenere azioni concrete a difesa della vita, mobilitando sempre maggiori energie e risorse. Rinvigorisca una carità che sappia farsi preghiera e azione: anelito e annuncio della pienezza di vita che Dio desidera per i suoi figli; stile di vita coniugale, familiare, ecclesiale e sociale, capace di seminare bene, gioia e speranza anche quando si è circondati da ombre di morte» (dal Messaggio dei Vescovi italiani).
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«Vogliamo entrare spiritualmente nella Casa di Nazareth per meditare sugli insegnamenti che da essa ci provengono. Il Figlio di Dio, incarnandosi per la nostra salvezza, si è scelto una famiglia, mostrandoci così che matrimonio e famiglia fanno parte del disegno di salvezza e rivestono un ruolo singolare per il bene della persona e della società umana. […]. L’autentico amore coniugale è così assunto nell'amore divino, derivandone l’impegno di una donazione indissolubilmente fedele e generosamente feconda. Impegno non facile davvero, al cui adempimento tuttavia contribuiscono la redenzione operata da Cristo e l’azione salvifica della Chiesa. Proprio per questo, nella misura in cui restano fedeli al loro compito, i membri della famiglia progrediscono sulla via della santità, diventano testimoni della misericordia del Padre celeste e contribuiscono a costruire un mondo dove regna lo spirito di servizio, di accoglienza e di solidarietà» (San Giovanni Paolo II).